A marzo l'università aveva scelto di cancellare 12 cfu dall'offerta formativa della laurea specialistica di Scienze dello Spettacolo. Con una sentenza i giudici amministrativi hanno invece disposto il blocco fino al 30 settembre. La docente ricorrente, Anna Sica: «Per studiare il grande patrimonio teatrale siciliano si dovrà andare fuori»
Unipa taglia i corsi di teatro, il Tar sospende l’atto «Gli studenti del Dams avrebbero dovuto emigrare»
A Palermo ci sono 50 teatri e 500 in tutta la Sicilia, archivi che custodiscono un patrimonio artistico, che riguarda il teatro e il teatro di prosa, che segna il carattere della nostra storia e del nostro contemporaneo. C’è una laurea specialistica in Scienze dello Spettacolo all’Università degli Studi di Palermo ma si è ritenuto opportuno depotenziarla: cioè cancellare i crediti formativi del settore caratterizzante della specialistica, Discipline dello Spettacolo, che studia regia, recitazione, danza, drammaturgia, scenografia. Ma un’ordinanza del Tar di Palermo sembra volere preservare gli studi teatrali all’Università di Palermo.
Ha accolto infatti un ricorso della professoressa Anna Sica, illustre storica del teatro, disponendo la sospensiva del provvedimento impugnato, ossia delle deliberazioni che hanno soppresso i cfu di teatro e imponendo «all’amministrazione» il ripristino dei cfu entro il 30 settembre. Una scelta che Unipa finora non ha commentato, ma alla quale dovrà adeguarsi, riesaminando gli atti impugnati e affrontando la prosecuzione della trattazione della causa presso la camera di consiglio il prossimo 25 ottobre.
Una vicenda lunga circa sei mesi, quella della sparizione degli studi teatrali a Palermo. E che appare strana, considerando che il corso di laurea in Dams era stato varato appena nel 2016 e che la specialista di Scienze dello Spettacolo ne è la naturale prosecuzione. Eppure a marzo 2018 il consiglio di Dipartimento approva, su proposta del consiglio di laurea, la soppresione di 12 crediti formativi per la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo. Una scelta che modifica l’offerta formativa 2018/2019, già approvata e diffusa anche da testate nazionali. Il motivo? Il «pensionamento (in atto o prossimo) di tre professori, con conseguente ridimensionamento del carico didattico della medesima, prof.ssa Anna Sica, che ha lamentato che dette determinazioni siano state assunte senza una adeguata istruttoria e senza valutazione di altre possibili soluzioni.
Sica però non ci sta ad avallare con il silenzio azioni che considera lesive per gli studi teatrali e per i giovani siciliani che amano il teatro, e allora si affida a un team di tecnici ed esperti, guidati dall’avvocato Lucia Di Salvo che, con l’avvocato Vincenzo Sica e pur in assenza di un precedente giurisprudenziale, riesce a ottenere una prima importante pronuncia. Per i giudici «non appaiono implausibili le censure con le quali la ricorrente lamenta l’irrazionalità/illogicità della scelta di sopprimere i cfu di Teatro privando il corso triennale DAMS (di recente istituzione) dello sbocco alternativo in una laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo, mantenendo come unico sbocco soltanto la laurea magistrale in Musicologia (che perlopiù attinge i propri iscritti dagli ex allievi del Conservatorio)».
Una decisione che penalizza non solo i docenti interessati ma anche «i prossimi laureati del DAMS (che) non troveranno l’insegnamento per loro caratterizzante e a questo punto, saranno costretti necessariamente a iscriversi presso altre università fuori sede mantenendo i crediti formativi nel frattempo acquisiti». Ed è ancora a loro che la docente guarda. «Le conseguenze negative di quest’atto – afferma – ricadranno inevitabilmente sugli studenti dell’ateneo e dei giovani siciliani tutti, che vogliano studiare la storia, le teorie e le tecniche della scena teatrale e di ogni tipo di spettacolo dal vivo e sperimentare nuovi parametri di produzione. Questi studenti saranno costretti a migrare in altri atenei italiani anche per studiare il grande patrimonio teatrale siciliano, e da esso trarre conoscenza e formazione. Perché tutto questo?».