Pachino, ipotesi infiltrazioni mafiose dentro il Comune Ombre sui due consiglieri vicini al capomafia Giuliano

La prefettura di Siracusa ha deciso di inviare una commissione per valutare l’esistenza di eventuali infiltrazioni della mafia all’interno del Comune di Pachino. La decisione arriva in un periodo in cui il centro del Siracusano è finito più volte al centro dell’attenzione per fatti di cronaca e inchieste della magistratura. L’ultima in ordine di tempo ha tirato in ballo Salvatore Giuliano, figura che ha segnato la storia criminale del territorio, con una condanna a 21 anni per associazione mafiosa. Giuliano, ritenuto capo dell’omonimo clan, è stato intercettato a colloquio con Giuseppe Vizzini – 54enne arrestato insieme ai figli, con l’accusa di essere autori di un’intimidazione a un’avvocata – mentre commentano con frasi, che gli inquirenti ritengono minatorie, le attività del giornalista Paolo Borrometi. 

Questa vicenda, totalmente slegata dall’attività politica a Pachino, ha riportato l’attenzione su Giuliano e sui segnali di riorganizzazione del clan già segnalati nel 2017 nella relazione della Direzione investigativa antimafia. Dal canto suo, Giuliano aveva fatto parlare di sé già da dopo la sua scarcerazione nel 2013. Ed è proprio attorno ai suoi movimenti che si sviluppano le vicende che tirerebbero in ballo il Comune. L’uomo, infatti, è coinvolto in un’inchiesta per concussione e spaccio di droga insieme all’ex sindaco Paolo Bonaiuto e a due attuali consiglieri comunali Salvatore Spataro e Massimo Agricola. L’ipotesi seguita dall’ufficio territoriale del governo è che l’influenza sull’attività politica a Pachino possa essere stata demandata ai due consiglieri. Gli stessi che secondo i magistrati, grazie alla vicinanza a Giuliano, avrebbero nel 2012 imposto una tangente di diecimila euro a un imprenditore per partecipare a una manifestazione e messo su un un’attività di spaccio di marijuana, hashish e cocaina. 

«Per me è tutto un polverone – commenta Spataro a MeridioNews -. Io con Giuliano ci conosciamo da quando avevamo i pantaloni corti, la mia vicinanza a lui è dovuta a questo e al fatto che provato a dargli una mano per reinserirsi nella società dopo l’uscita dal carcere. Ma non ha nulla a che vedere con il Comune». Spataro si difende dall’ipotesi di essere portavoce in consiglio delle istanze di Giuliano. «Io vivo a stento. Cosa è sta mafia? Si mangia? I mafiosi stanno bene, io con la vita difficile che faccio che cosa avrei a che fare con i mafiosi?». A inizio mese ad assicurare di non avere più nulla a che fare con la criminalità organizzata era stato lo stesso Giuliano che, sentito da MeridioNews, aveva detto: «Io ancora il capomafia di Pachino? Dovrebbero venire a dirmi in questi anni (dopo l’uscita dal carcere, ndr) in cosa ho mafiato».

Ad attendere con attenzione gli sviluppi dell’indagine prefettizia – la commissione avrà tre mesi di tempo, con la possibilità di chiedere una proroga, per fare le proprie valutazioni – è chiaramente il sindaco Salvatore Bruno. «Abbiamo sempre contrastato il malaffare e qualsiasi tentativo di illegalità nel Comune. Accogliamo con serenità la notizia dell’insediamento della commissione prefettizia: ci darà la possibilità di accertare la legittimità di tutta l’attività di questa amministrazione», dichiara il primo cittadino in una nota. Bruno sottolinea poi come ogni ombra sulle attività dei consiglieri Agricola e Spataro non abbia mai avuto a che fare con le scelte della maggioranza. «Escludo ogni tipo di coinvolgimento della mia maggioranza ma non solo».


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