Silvio Berlusconi dà ancora una volta spettacolo: a Campus Mentis invita neolaureate al «bunga bunga», consiglia trapianti di capelli ai loro colleghi, e racconta barzellette sull'immaginario sessuale di italiani e tedeschi. Di seguito, il commento di Step1
«Isti pì futtiri…»
Avete presente quando qualcuno che è con voi vi racconta quella dell’uomo che entra in un caffè e fa splash? O quell’altra del tipo che se vuole andare al cimitero l’autobus lo deve prendere in faccia? Dico, avete presente quel genere di battute là? Ecco. Di solito, in ogni gruppo di persone intelligenti che si rispetti, quando arriva l’aspirante concorrente di “La sai l’ultima?” a disturbare con le sue insulse barzellette, scende il gelo. Sguardi imbarazzati, colpi di tosse per deviare l’attenzione, domande forzate che riprendono argomenti chiusi ore prima… Tutto purché della freddura si perda il ricordo.
Se il wannabe comico in questione, però, è Berlusconi, cioè il nostro Presidente del Consiglio, la cosa si fa ridicola, oltre che imbarazzante. Se poi la platea non è quella del Bagaglino bensì quella di una conferenza piena di laureati, «giovani under 35» convinti essere parte di un «piano nazionale di orientamento, di ricerca dei migliori profili e della facilitazione dei rapporti con le imprese», al ridicolo e all’imbarazzo c’è da aggiungere un rossore dettato da vergogna.
Era la cerimonia di premiazione dei migliori talenti di questo Campus Mentis a cui si riferiscono i virgolettati di cui sopra, con tanto di presentazione delle sue attività – su tutto il territorio italiano – per il prossimo triennio. Un progetto del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, con l’alto patronato della Presidenza della Repubblica. Pizza e fichi, praticamente.
E Berlusconi stava là, come documentato dai video pubblicati da Repubblica TV, e faceva il suo classico show. No, non quello dei comunisti brutti e cattivi che mangiano i bambini e corrompono la magistratura, l’altro, quello del Presidente amico, simpaticone, uomo di spirito e di grande ironia. Così, al conduttore che gli chiede di raccontare una barzelletta lui risponde: «Una sola, la più casta». Il nostro capo del Governo, si sa, è meglio di Totò. Un cabarettista, un animale da palcoscenico. Con tutto quel cerone, qualcuno commenterebbe che pare quasi un clown.
E lui comincia a raccontarlo, questo brano buono per Saturday Night Live, che si apre con: «Ci sono un italiano e un tedesco…». Perfino la Meloni, che qualche sera fa a Matrix parlava della riforma Gelmini e metteva a tacere Matteo Renzi (l’uomo che cercano di spacciarci come il futuro della sinistra, altro che Vendola), alza gli occhi e sorride – con rassegnazione? – alle spalle del «papi». Inutile aspettarsi un brano tratto da Dario Fo: la storiella parlava di sesso e suzioni. E non faceva ridere. Gelo tra gli astanti, la Meloni neanche s’era accorta che era finita. E lui, Berlusconi, implacabile: «L’ho molto pulita, era molto più divertente se fosse uscita nella versione originale». Il conduttore accenna una risatina forzata, la Meloni tenta di salvarlo, ma niente: non un sogghigno dal pubblico.
Un clown che perde colpi. E allora si rifugia nello sfottò gratuito. Al ragazzo calvo in seconda fila consiglia: «Ti darò l’indirizzo del mio medico, così almeno potrai avere una chioma decente, come un giovane deve assolutamente portare». Testuale. E poi, alle belle bionde premiate stringe la mano e annuncia: «Siete così brave che mi viene voglia di invitarvi al bunga bunga. Provvederò». Il ragazzo con loro ironizza: «Anche a me?», e lui risponde: «Sì, sei abbastanza carino, puoi andare bene».
Altro che «facilitazioni nei rapporti con le imprese». Una si laurea, si impegna, si fa in quattro per un po’ di cultura e competenza, ma poi un attempato politico le propone, proprio in virtù dei titoli acquisiti, il «bunga bunga». In quest’Italietta di escort e puttane, sembra essere diventato valido quel detto siciliano degno del Premier: «Isti pì futtiri e fusti futtutu», una metafora che si traduce, più o meno, in «Hai cominciato qualcosa credendo di fregare gli altri, e sei stato fregato». Mi spiego: abbiamo cominciato Università e studi vari convinti che avremmo avuto una marcia in più, e chi ha fatto una scelta diversa dalla nostra si ritrova oggi messo meglio. Siamo stati fottuti. Ma senza retorica.