Catania, presentati i nuovi arrivi Brodic e Porcino Bisceglie-Lecce a porte chiuse, Lo Monaco critico

Una ventata di freschezza e gioventù, con l’obiettivo di dare alternative importanti a mister Cristiano Lucarelli in zone del campo nevralgiche. Il direttore sportivo del Catania Christian Argurio spiega così la scelta di chiudere il mercato di gennaio con gli arrivi di Antonio Porcino, esterno difensivo classe 1995, e di Fran Brodic, attaccante croato ventunenne in prestito dal Bruges. «Ci daranno una grande mano con le loro qualità nelle ultime tredici partite. Brodic – specifica Argurio – lo conoscevamo da tempo, dato che avevamo l’idea di prendere un calciatore under lì davanti, dove sapevamo sarebbero rimasti sia Curiale che Ripa. Nonostante il suo background importante – ha ribadito il ds rossazzurro – Brodic ci ha detto subito di sì e ha voluto chiudere la trattativa nonostante avessimo tempi molto stretti».

Quello di Porcino con la maglia del Catania è stato un grande esordio, condito da due assist nella vittoriosa trasferta di Andria: «Ringrazio il direttore per essere qui, spero di essere all’altezza del compito che mi è stato affidato», ha detto. Le sue sensazioni dopo la prima partita giocata in maglia rossazzurra sono ovviamente più che positive: «mi sono subito trovato a mio agio e per questo devo ringraziare i miei compagni. Sono ragazzi splendidi e mi hanno permesso di non vivere la tensione che solitamente accompagna l’ingresso in un nuovo spogliatoio». Gli obiettivi dell’ex giocatore della Reggina sono chiari e ambiziosi: «Catania è piazza che non ha nulla a che vedere con Lega Pro e Serie B – precisa Porcino – qui si respira calcio, non ho mai visto un pubblico del genere. Quando una squadra del genere chiama, non si può far altro che dire di sì: io devo lavorare per migliorarmi, il buon inizio deve essere uno stimolo per me».

Brodic, con l’aiuto della traduttrice, esprime le sue prime sensazioni da giocatore dal Catania: «Ringrazio la società per avermi portato in Sicilia: cercherò di aiutare la squadra a raggiungere la B. Quello italiano – specifica il calciatore croato – è un calcio più difficile e variegato tatticamente: vedo che le squadre non giocano soltanto attraverso lanci lunghi, ma anche con la palla a terra; questo è il mio modo di vedere il gioco». L’attaccante ripercorre poi i suoi ultimi, difficili, mesi in Belgio: «Mi allenavo duramente ogni giorno, pur non facendo parte della prima squadra. Loro però – ribadisce l’attaccante – non mi hanno dato alcuna chance: spero di poter dimostrare qui di essere un buon giocatore, per convincere il Catania a continuare il rapporto anche dopo l’estate».

Dulcis in fundo, l’amministratore delegato del club rossazzurro Pietro Lo Monaco interviene senza peli sulla lingua in relazione alla notizia della decisione del prefetto del capoluogo salentino di far disputare il match di campionato Bisceglie-Lecce a porte chiuse. «Assistiamo da un anno a episodi controversi. Al di là della marcia dei giallorossi – specifica l’ad – sembra che altri fattori concorrano a renderne il cammino inarrestabile. Il Bisceglie sarà senza allenatore e il Prefetto decide di giocare a porte chiuse. Il rischio – continua Lo Monaco – è di un campionato falsato dalle decisioni degli organi di legge. Non è corretto che una squadra che concorra alla lotta salvezza (il Bisceglie, ndr) non abbia la possibilità di giocare l’incontro davanti al proprio pubblico». La stoccata finale riguarda la partita Sicula Leonzio-Lecce, che si giocherà la settimana prossima al Massimino: «In tanti – precisa Lo Monaco – vorranno assistere a quella partita: mi aspetterei che la prefetta di Catania agisca in ottemperanza ai comportamenti del collega di Lecce e faccia giocare la partita senza pubblico».


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