Nonostante le numerose assenze tra squalifiche e infortuni, il tecnico punta al risultato massimo. Un derby nel derby con una squadra, quella pugliese, che ha numerosi punti di contatto con i rosanero. Restare imbattuti in trasferta è un risultato da conseguire
Palermo, a Bari una sfida ad alta quota Tedino: «Un punto? Non mi accontento»
Bari e Palermo, che si affronteranno domani alle 17,30 allo stadio San Nicola nel posticipo della diciottesima giornata, nel vocabolario di questa serie B sono due sinonimi. Due parole diverse con lo stesso significato. Riconducibile, metaforicamente, alla presenza di tante analogie tra le due realtà. Stessi punti (ventinove), stessa posizione in classifica a ridosso della vetta e, alla luce degli ultimi sviluppi relativi alle vicende giudiziarie del club di Zamparini (rimasto in città per qualche ora mercoledì alla vigilia della prima udienza in tribunale), traiettorie simili sul fronte societario. Il punto di contatto, in quest’ultimo caso, corrisponde alla parola fallimento. Fantasma già conosciuto nel passato recente dalla società pugliese, fallita nel marzo 2014 al tramonto dell’era Matarrese e rilevata due mesi dopo dall’ex arbitro barese Paparesta, e che il sodalizio di viale del Fante proverà ad esorcizzare sabato 16 dicembre. Giorno in cui, al Palazzo di Giustizia del capoluogo siciliano, il Palermo si giocherà una fetta molto importante del suo futuro.
Al match di domani daranno un tocco di originalità anche gli intrecci emotivi che coinvolgono diversi addetti ai lavori per i quali la sfida del San Nicola sarà una partita nella partita. Il concetto vale sul versante rosanero per il direttore sportivo Lupo (che ha vestito la maglia dei galletti tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, che ha il figlio nella rosa della Primavera biancorossa e che questa estate aveva preso un impegno morale con i pugliesi in qualità di responsabile del settore giovanile prima che arrivasse la chiamata del Palermo) e sul versante biancorosso per alcuni ex di lusso. Il tecnico Grosso, tra i protagonisti della storica promozione in A dei rosa nel 2004, e i giocatori Brienza e Cassani hanno lasciato una traccia significativa alle pendici di Monte Pellegrino. Il fantasista di Cantù, miglior marcatore rosanero assieme ad Hernandez in ambito internazionale, in diversi intervalli (2000 e gennaio 2013 gli estremi del lungo arco temporale) ha esplorato il territorio rosanero dalla serie C alla Coppa Uefa. L’esterno difensivo è stato in Sicilia dal 2006 al 2011 e prima del sorpasso effettuato da Miccoli nel maggio 2013 è stato il giocatore con il maggior numero di presenze in serie A nella storia del club.
Dimensione, prospettive (le due squadre sono tra le candidate alla promozione) e ruolino di marcia: Bari e Palermo sembrano due club quasi gemelli ma il loro profilo presenta anche tratti differenti. Domani, ad esempio, un Bari vulnerabile in trasferta ma quasi implacabile in casa (dove ha vinto otto gare su nove) sfiderà un Palermo che, al contrario, sta compensando un rendimento altalenante al Barbera con un ottimo ruolino esterno sancito, finora, dallo ‘zero’ nella casella delle sconfitte e dagli ultimi risultati di un certo rilievo (due vittorie nelle ultime due trasferte, tre nelle ultime quattro partite giocate fuori casa).
«Effettivamente in casa abbiamo qualche difficoltà in più – conferma Tedino – perché troviamo spazi chiusi e fatichiamo ad essere incisivi. Un punto a Bari andrebbe bene? Conquistare un punto e dare continuità al proprio percorso è certamente importante ma non bisogna accontentarsi perché durante una partita ci possono essere sempre le condizioni per potere conquistare l’intera posta in palio. Domani cercheremo di essere propositivi contro un’ottima squadra, una formazione (reduce dalla sconfitta sul campo dell’Entella dopo tre successi di fila, ndr) che ha molta qualità soprattutto a centrocampo e in attacco con giocatori che determinano e molto bravi a muovere il pallone». Il tecnico rosanero, che ha speso parole di elogio nei confronti del collega Grosso («È stato l’emblema del Mondiale vinto nel 2006 così come Tardelli nel 1982, ho ancora la pelle d’oca pensando alle emozioni che ci hanno regalato gli azzurri»), dovrà fare nuovamente i conti con tante defezioni: «Siamo ormai abituati a convivere con l’emergenza, cercheremo di fare una buonissima partita nonostante le evidenti difficoltà in organico dal punto di vista numerico».
Sono venti i convocati. Tedino, che porterà con sé anche i Primavera Santoro e Rizzo, è alle prese con assenze molto pesanti sia a centrocampo (Chochev ai box, Jajalo e Murawski squalificati) che in attacco (out l’infortunato Nestorovski). Le indicazioni principali emerse in questi giorni dal Tenente Onorato sono il recupero di Bellusci, che agirà sul centrosinistra della linea a tre difensiva con Cionek (al rientro dopo il turno di squalifica) e Struna, e il probabile arretramento del fantasista Coronado, inquadrato nelle ultime sedute di allenamento come mezzala sinistra in una cerniera a tre di centrocampo completata da Gnahoré e Dawidowicz. In attacco, tre giocatori in corsa per due maglie. Favorito il tandem Embalo-Trajkovski con La Gumina nelle vesti di jolly da calare a partita in corso.