Il consigliere bollato come impresentabile arriva secondo tra gli azzurri. Male l'aspirante appoggiata dal sindaco etneo, mentre si manifesta in grande spolvero il Movimento 5 stelle, grazie a Gianina Ciancio e Angela Foti. Dimezzati i voti dell'alfaniano Nuccio Condorelli. Restano fuori dall'Ars Angelo Villari e Alessandro Porto
Voto a Catania città: Pellegrino si prende Forza Italia Bocciata candidata di Bianco, sorpresa Grancagnolo
Detto, fatto o quasi. Riccardo Pellegrino, tra i più chiacchierati di quelli bollati come impresentabili di queste elezioni regionali 2017, mantiene la parola data ai suoi elettori e sfiora la piazza più ambita. Quella di essere il candidato più votato a Catania nella lista di Forza Italia. Il fratello dell’imputato per mafia Gaetano, considerato dalla procura etnea un fedelissimo del capo cosca Nuccio Mazzei, si è dovuto arrendere solo per via della cavalcata di Dario Daidone. A quanto risulta scorrendo i dati delle 336 sezioni sparse per il la città dell’elefante, Pellegrino – che già occupa uno scranno in municipio – ha raccolto 2293 consensi, con un ritardo dal gradino più alto di appena 79 voti. Quelle parole, pronunciate durante la chiusura della campagna elettorale, adesso suonano come una profezia. I big del partito avevano davvero paura di lui? Per questo motivo una frangia interna agli azzurri ha provato a farlo politicamente fuori? A urne chiuse la risposta è solo una. Pellegrino si è preso una buona fetta del partito catanese diventando un reuccio delle preferenze, nonostante la mancata elezione a Palermo.
I numeri sono stati dalla sua, grazie a un consenso capillare nei quartieri e a sostenitori e familiari mobilitati fino all’ultimo secondo. Compreso il padre, sorpreso da MeridioNews mentre procacciava voti davanti l’ingresso di un seggio di via della Concordia. A precedere Pellegrino senior, una scia di santini lasciati per la strada. Che si sovrapponevano con quelli del campione assoluto delle preferenze in tutta la Sicilia: l’inarrivabile Luca Sammartino. Padrone di un Partito democratico con le ossa rotte considerato l’insuccesso di Fabrizio Micari, ma capace di raccogliere quasi ottomila voti solo a Catania città. Raddoppiando così le preferenze del 2012, quando con la lista dell’Udc nel capoluogo si era fermato, si fa per dire, a 4000 voti. Se da un lato c’è chi allarga il proprio consenso, dall’altro c’è chi perde pezzi. Quasi mille preferenze in meno per il candidato di Alternativa Popolare Nuccio Condorelli. Il radiologo, sostenuto dal duo Giuseppe Castiglione-Pino Firrarello, si attesta a 1349 voti. Alla tornata precedente il suo nome era stato scritto più di duemila volte. In casa Movimento 5 stelle l’exploit è a 360 grandi. Primo partito in città e ottimo risultato della deputata uscente Gianina Ciancio, che sfiora quota quattromila. Circa due terzi in più rispetto a quando, da semisconosciuta, si era candidata nel 2012. Promosse anche Angela Foti e Lidia Adorno. Quest’ultima già candidata a sindaca di Catania nel 2013, con un esito che – con un eufemismo – era stato definito deludente.
La folla dei pretendenti inquilini di Palazzo dei Normanni si è allargata a tanti consiglieri comunali. Carmelo Nicotra, saltato a destra nel carro di Fratelli d’Italia, in città raccoglie 2720 voti. Quando si era candidato per il municipio, i voti per lui erano stati appena 1230. Agatino Lanzafame, nella lista di centrosinistra Sicilia futura, è la medaglia d’argento della sua compagine con 1665 consensi. Davanti a lui Carmelo Coppolino e i suoi 2380 voti. Pessimo, considerato chi erano i suoi sponsor politici, il risultato della consigliera Elena Ragusa. Non le è bastato il supporto del sindaco Enzo Bianco, e per lei, a conti ultimati, c’è la magra consolazione di poco più di 200 preferenze. Bocciato anche l’Udc Francesco Petrina. Impegnato durante la campagna elettorale, come raccontato da MeridioNews, tra incontri politici e colloqui di lavoro con offerte di carattere politico. In casa centrodestra a confermare i numeri della vigilia è l’ex autonomista Alessandro Porto. Indolore per lui il passaggio dalle file del centrosinistra a Forza Italia con 1829 voti. Quando si era candidato al consiglio con Enzo Bianco aveva raccolto 1767 voti.
Nel gioco dei numeri e della ricerca del consenso c’è chi riesce quasi a eguagliare quanto raccolto nel 2012. È il caso dei deputati uscenti Marco Falcone, Forza Italia, e Marco Forzese, quest’ultimo ospitato nella lista di Alternativa popolare. Cinque anni fa i voti per lui erano stati 2275, oggi sono 2310. Identico discorso per l’ex parlamentare regionale Gianfranco Vullo, 1067 voti rispetto ai precedenti 1055, il tutto passando dal sostegno al comunista Rosario Crocetta all’autonomista Raffaele Lombardo. A non riuscire nella scalata all’Ars è l’ex assessore ai Servizi sociali Angelo Villari. A lui non è bastato il sostegno dell’area laburista del Partito democratico e la casella dei voti a Catania segna 2420 consensi.
In casa Cento passi per la Sicilia il padrone di casa Claudio Fava pesca poco più di 1500 voti. Seguito da Alessio Grancagnolo, giovanissimo esponente della sinistra, noto al pubblico per la sua accesa contestazione all’allora ministra del governo di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi. Tra mille numeri e analisi c’è anche chi ha preso soltanto il suo voto (forse). È il caso di Gianluca Castriciano. Indipendentista esponente del candidato Roberto La Rosa che si è fermato a quota uno.