Spazzatura sul basamento della Torre del vescovo e pure pezzi di manichini lasciati nelle aiuole. Un'impalcatura di legno compare accanto alla costruzione già sequestrata a luglio e adesso forse rimodellata con mattoni differenti. Il cantiere di riqualificazione dovrebbe ripartire giovedì. Guarda le foto
Bastione degli infetti, rispunta la torretta abusiva Lavori bloccati. «La zona è tornata in abbandono»
Il cantiere è fermo ed è così dall’estate. Faceva troppo caldo per lavorare «ma giovedì – assicurano dall’amministrazione comunale – gli operai torneranno all’interno del Bastione degli infetti». La data di consegna, del resto, è ancora lontana: l’11 novembre 2017. «Sono stati fatti dei rilievi – continuano dagli uffici – adesso si tornerà all’opera. Faremo la comunicazione alla soprintendenza», per tenerli informati visto che le mura di Carlo V sono un bene archeologico. Proprio nel cuore del quartiere Antico corso, in fondo a via Torre del vescovo e a due passi dai ristoranti di carne di cavallo di via Plebiscito. Adesso nella piazzetta poco distante ci sono le gambe di alcuni manichini gettati nelle aiuole mentre alla base della Torre del vescovo si contano almeno sei sacchi della spazzatura, abbandonati ai margini della strada.
«L’unica cosa che possiamo registrare è che nel tempo che è trascorso, col cantiere avviato e poi chiuso, siamo tornati indietro allo stato di cose prima del nostro intervento», dicono dal comitato popolare Antico corso, che per anni si è occupato di organizzare la fruizione del Bastione. «Adesso le uniche persone che si vedono passare si fermano davanti alle transenne e tornano indietro – proseguono gli attivisti – Si sta perdendo quello che si era fatto». E c’è di più. Senza operai al lavoro né controlli dell’amministrazione quello che si è mosso è qualcosa di inaspettato: l’«appartamento» – così era stata soprannominata la struttura abusiva del cortile Cacìa – è ancora là. Affiancato a interventi di cui a luglio, quando l’area è stata sequestrata, non sembrava esserci traccia.
Le questioni sono diverse e vanno separate. La prima, relativa al cantiere, risale a maggio: dopo una votazione online definita «Democrazia partecipata», sono stati affidati i lavori di riqualificazione del Bastione. Oltre 330mila euro per trasformare quello spazio in un parchetto, con tanto di aree giochi. Le proteste delle associazioni di cittadini non si sono fatte attendere: l’accusa era di snaturare il bene, che avrebbe dovuto essere fruito come luogo per fare cultura. Per settimane si sono succeduti sopralluoghi, incontri e riunioni della commissione Lavori pubblici. Mentre l’amministrazione ammetteva il problema di avere a che fare con alcuni abusivi la cui baraccopoli era stata costruita all’interno dell’area del Bastione e nascosta alla vista con una palizzata. Serve tempo prima che una delle due aree giochi venga eliminata dal progetto. Seguita, poco dopo, anche dalla seconda. Merito di alcune osservazioni della soprintendenza ai Beni culturali, che nel corso dei lavori ha scoperto un nuovo muro – antico – la cui origine era da indagare. È così che si arriva all’estate e alla pausa dei lavori che sarebbe stata imposta, ufficialmente, dalle alte temperature.
A metà luglio, però, su via Antico corso si accende un nuovo faro. Dovuto allo svettare, sulle mura di Carlo V, di una costruzione abusiva. Con tanto di antenna per la televisione fissata su un muro di mattoni grigi e arancioni dall’aspetto non particolarmente stabile. Un blitz della polizia municipale mette i sigilli alla costruzione, mentre un uomo viene identificato e denunciato. Nell’attesa che la procura di Catania disponesse la demolizione del fabbricato, secondo la municipale del tutto irregolare, eretto sopra a una casa terrana del cortiletto. Dopo l’intervento degli agenti, lo sviluppo dell’immobile abusivo pare bloccarsi per un po’. Non solo: a passare da via Torre del vescovo la cima della torretta non si vedeva più, facendo presupporre che fosse stata smontata. In questi giorni, però, tutto è tornato come prima: quattro livelli di mattoni (solo grigi stavolta) anziché cinque, l’antenna della tv in una posizione diversa e, accanto, alcune travi di legno che a luglio non c’erano.