A puntare il dito contro l'interruzione del servizio di bagno settimanale, dal 9 agosto all'11 settembre, è la Federazione sindacati indipendenti di Siracusa. L'Azienda sanitaria però parla di «caso isolato» assicurando che gli interventi igienico-sanitari sono stati comunque fatti con cadenza giornaliera
Siracusa, caso di pidocchi nella residenza dell’Asp «Comparsi dopo sospensione pulizia dei pazienti»
«La diagnosi la devono fare le parrucchiere?». A domandarselo è Corrado Barrotta, commissario della Federazione sindacati indipendenti di Siracusa, dopo la scoperta di un caso di pediculosi – infestazione causata dai pidocchi – all’interno di una delle residenze sanitarie assistenziali dell’Asp. Secondo la denuncia del sindacalista, ad accorgersi dei parassiti su una paziente ricoverata da dieci giorni e «proveniente dal reparto Geriatria dell’ospedale Umberto I» è stata la parrucchiera e non il personale sanitario.
La scoperta sarebbe avvenuta il 5 settembre, mentre il giorno dopo è iniziato il «trattamento per la cura della malattia infettiva». Si tratterebbe del primo caso registrato nella residenza. «La dirigenza dell’Azienda sanitaria di Siracusa – commenta Barrotta – ufficialmente non ne è a conoscenza visto che non è stata fatta alcuna notifica e denuncia di malattia infettiva agli uffici preposti dopo sette giorni dalla scoperta clinica». A ciò, l’Asp fa sapere che il commissario Salvatore Brugaletta ha voluto fare luce avviando un’indagine interna. «Si è trattato di un caso isolato, prontamente arginato, individuato a carico di una paziente anziana giunta in residenza per essere sottoposta a terapia riabilitativa», spiegano dall’Azienda sanitaria.
Per il sindacato, tuttavia, l’episodio non sarebbe addebitabile soltanto al caso, ma l’origine potrebbe essere ricercata nella sospensione del servizio di bagno assistito settimanale che avrebbe comportato anche l’interruzione del controllo accurato dei ricoverati. «Il servizio era ritenuto aggiuntivo e non essenziale – attacca Barrotta -. Da qui la sospensione che dal 9 agosto si è prolungata fino all’11 settembre, giorno della riattivazione. Il fatto di non lavare i pazienti in modo completo ha ritardato la diagnosi e ora nascondendo l’infezione si sta facendo un altro danno alla comunità».
A smentire le presunte inadempienze di carattere igienico sanitario nella residenza – tramite una nota inviata dall’Asp a MeridioNews – è, però, la responsabile dell’Unità operativa Maria Fernanda Bianca: «Gli interventi di tipo igienico-sanitario – dichiara – vengono regolarmente effettuati con cadenza giornaliera a favore di tutti gli ospiti senza che vi sia stata, anche nelle settimane precedenti, alcuna inadempienza o nocumento di carattere igienico a carico dei singoli ospiti o della collettività intera che vi è ricoverata». Nella nota si cita poi l’attivazione delle «procedure di bonifica dell’ambiente, degli effetti letterecci e personali della paziente» e dei controlli su «personale dipendente e pazienti ricoverati».
Versione che non coincide con quella di Barrotta. «I lavoratori a loro spese hanno provveduto a fare gli shampoo antipidocchi a scopo preventivo», assicura. Per poi aggiungere che non sarebbe stato preso «alcun provvedimento di tutela per i pazienti e i dipendenti».