Palermo, Zamparini e il figlio tra gli indagati Inchiesta si allarga anche all’affare Dybala

In casa Palermo, sul fronte societario, le acque continuano a essere molto agitate. Maurizio Zamparini è uno degli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulPalermo. Insieme a lui figurano nel registro degli indagati anche il figlio Paolo Diego Zamparini, il commercialista di Gallarate Anastasio Morosi, il presidente di Alyssa Luc Braun e il consigliere delegato della stessa società, Jean Marie Poos, entrambi di nazionalità lussemburghese. Proprio in Lussemburgo si trova la sede di Alyssa, società anonima che tempo fa acquisì la Mepal, azienda collegata al club rosanero di cui detiene marchio e merchandising. L’ipotesi di reato è che la cessione di questa società sarebbe stata fittizia per avere, come unico scopo, quello di realizzare plusvalenze in realtà inesistenti. Tutte le aziende in questione, infatti (Palermo, Mepal e Alyssa) fanno riferimento sempre a Maurizio Zamparini.

Nonostante ciò, non esiste alcun bilancio di gruppo e ciò avrebbe consentito al patron friulano Zamparini di impossessarsi di beni aziendali. Il compito di Mepal, infatti, avrebbe dovuto essere quello della costruzione e della gestione degli impianti sportivi, tra cui il nuovo stadio del capoluogo siciliano e quella del centro sportivo che avrebbe dovuto sorgere a Carini, impiantistica di cui però, sotto la gestione Zamparini, non si parla più da tempo. Negli ultimi tempi, la Guardia di Finanza ha fatto per due volte “visita” alla società rosanero negli uffici della sede di viale del Fante allo stadio Barbera: non si è trattato di una perquisizione vera e propria, ma di un’acquisizione di atti, documenti e file. Il pool è coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, il quale indaga anche su riciclaggio transnazionale, autoriciclaggio, appropriazione indebita e falso in bilancio, tutte ipotesi di reato che erano state accostate proprio a Maurizio Zamparini. In ballo c’è anche la verifica della tenuta finanziaria del club in vista della possibile istanza di fallimento, cosa che potrebbe fare scattare il più grave reato di bancarotta.

Ma non è finita qui: secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, la Procura avrebbe allargato l’inchiesta anche all’affare Dybala, dal momento del suo acquisto nel 2012 a quello della sua cessione alla Juventus, arrivata tre anni dopo. Movimenti, questi, che oltre alle società interessate (Palermo, Instituto de Cordoba e Juventus) coinvolgono anche la Pencil Hill, società dell’agente argentino Gustavo Mascardi che i rosa pagarono 12 milioni di euro per l’arrivo della Joya. La Procura al momento starebbe passando al setaccio tutti i bonifici in questione. L’indagine è però estesa anche ad altri giocatori, come quella dell’attaccante Manuel Arteaga, preso per circa un milione di euro nel dicembre del 2015, quello di Matheus Cassini, il cui costo fu di poco più di due milioni e mezzo e quello di Julian Velazquez. L’obiettivo della Procura sarebbe quello di capire come, tra diritti televisive, sostanziose plusvalenze e sponsorizzazioni, il club abbia dovuto ricorrere a ottimizzazioni di bilancio.


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