Le fiamme hanno impegnato vigili del fuoco, forestali e volontari per circa sette ore e i tronchi degli ulivi distrutti continuano a fumare. L'azienda agricola Pupillo è consapevole che le conseguenze sarebbero potute essere ancora peggiori. «Siamo in piena vendemmia, è stato scongiurato un danno enorme», dichiara la titolare
Siracusa, rogo vicino ad azienda che produce moscato «Uve salvate ma è una storia che si ripete ogni anno»
«Voglio rassicurare tutti: stiamo bene, le vigne di moscato e i fabbricati storici sono salvi». A parlare è Carmela Pupillo, della omonima azienda agricola di Siracusa. A essere stati distrutti dalle fiamme, che nella giornata di ieri hanno interessato la contrada Targia, sono gli ulivi secolari e un limoneto su terrazzamenti dell’azienda agricola Pupillo. Roghi che sarebbero partiti dalla Balza delle mura Dionigiane, in zona Epipoli, per poi propagarsi con la complicità del vento e delle sterpaglie.
«Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, della Protezione civile e dei carabinieri, sia con mezzi di terra che con canadair, ha permesso di mettere in salvo i vigneti – spiega Pupillo a MeridioNews -. Siamo in piena vendemmia, quindi è stato scongiurato un danno enorme. Quello in cui ci troviamo è l’ultimo polmone verde di Siracusa nord, insieme alla Balza delle mura Dionigiane, e quindi dovrebbe essere un territorio da proteggere e custodire», aggiunge.
Non sarebbe la prima volta che la Balza prende a fuoco. Pare che anche negli anni passati si siano verificati degli altri incendi, colpa, secondo la donna, che attende di rientrare negli appezzamenti per fare la stima dei danni, del pascolo abusivo e dell’incuria: «Ci sono ancora delle piccole lingue di fuoco, aspettiamo di avere maggiore contezza della situazione».
L’azienda Pupillo è stata fondata nel 1908 per la produzione di agrumi e ortaggi. Dagli anni ’80 si occupa anche della produzione del Moscato di Siracusa, con vigne che si estendono per venti ettari e che sono scampate ai roghi devastanti, a differenza dei limoni e degli ulivi ultracentenari dai cui arbusti esce ancora del fumo. «È normale – precisa Carmela – i tronchi ci mettono dei giorni a spegnersi del tutto. Non erano piante particolarmente produttive ma erano senz’altro delle sculture naturali di grandissimo valore agricolo che purtroppo adesso non ci sono più».
Al momento la situazione è sotto controllo. Ieri le operazioni di messa in sicurezza dei vigili del fuoco e dei volontari sono andate avanti per circa sette ore, fino alle 22, mentre altri focolai sono stati domati stamani. «Lavoro straordinario quello dei soccorritori che ringraziamo di cuore per aver difeso con le unghie e con i denti i nostri vigneti e per averci evitato danni irreparabili. A risentirne di più – conclude Pupillo – è stato l’ambiente e dunque anche la Balza della mura Dionigiane, con danni al patrimonio boschivo e archeologico», sottolinea la Pupillo.