Cancelleri candidato M5s alla Regione col 51% dei voti «Reddito di cittadinanza per i giovani è mio imperativo»

È un Giancarlo Cancelleri visibilmente emozionato, ma molto poco sorpreso, quello che sale sul palco del Castello a mare di Palermo per essere incoronato candidato alla presidenza della Regione da Beppe Grillo.

Sono stati in 4.350 a votare online nelle nove ore a disposizione (dalle 10 alle 19) per scegliere l’esponente pentastellato che guiderà la cordata lungo la strada verso palazzo d’Orleans. Il popolo grillino ci crede, il 51.1 per cento ha votato per Cancelleri. Nella Sicilia delle macerie partitiche l’obiettivo è chiaro: sfondare il muro di gomma degli sfiduciati che hanno chiuso nel cassetto la tessera elettorale e convincerli a contribuire alla loro causa. «Stasera inizia il percorso per liberarci di questo Medioevo politico – ha esordito sul palco Luigi Di Maio -. È dalla Sicilia che partono le più grandi rivoluzioni in Italia, da qui sono partiti i più grandi cambiamenti. Stasera apriamo fase due del Movimento, la fase del governo della Regione e della nazione. Se il 5 novembre vinciamo qui in Sicilia, nel 2018 vinciamo a Roma. Ci dobbiamo credere: il nostro nemico non sono gli altri partiti, è la sconfitta morale che fa credere al cittadino che è tutto perso». 

Le prime parole di Cancelleri sono rivolte agli attivisti siciliani, è un grazie per loro, per il «percorso fatto fin qui insieme». «È una grande responsabilità – ha detto – che oggi non mi affidate da solo, ce la stiamo prendendo tutti insieme, dobbiamo andare avanti in un percorso che abbiamo tracciato. La crescita non è mia, ma del Movimento tutto. La Sicilia che abbiamo nel cuore è una Sicilia dove gli ospedali funzionano, dove non crollano i ponti, dove i nostri giovani non se ne vanno, è quella delle imprese tutelate dalla Regione e dei loro prodotti difesi dalla concorrenza sleale. La Sicilia che abbiamo nel cuore non è quella della mafia, ma di uomini e donne di buona volontà. Una terra dove il vitalizio sarà dato alle persone che ne hanno realmente bisogno. Quel vitalizio si chiama reddito di cittadinanza».

«Il primo provvedimento che faremo – annuncia ancora il candidato alla presidenza della regione – sarà tagliare gli stipendi ai parlamentare regionali e abolire vitalizi e pensioni d’oro. Sarà il biglietto da visita per fare capire che l’aria è cambiata. Dobbiamo andare a prendere tutte quelle persone che non vogliono andare a votare e dobbiamo raccontargli i fatti di cui siamo stati protagonisti in questi anni. Dovremo convincerli prima ad andare a votare e poi a votare Cinque stelle».

A margine della kermesse, Cancelleri a caldo ammette che «c’è la grande consapevolezza dell’impegno che ci stiamo assumendo, ma da stasera sono più contento, perché c’è una comunità di siciliani che vuole cambiare questa terra. Noi non abbiamo bisogno di uomo solo al comando. Questa terra – ha aggiunto – può e deve cambiare. Tutti noi abbiamo una Sicilia nel cuore, ma non dobbiamo essere più il cambiamento che gli altri volevano».

A proposito dell’ipotesi di alleanze, i Cinque stelle puntano al milione di elettori, come annunciato da Cancelleri sul palco. Ma naturalmente la strada è in salita e nel caso di una presidenza senza maggioranza all’Assemblea, ammette: «Non siamo mai stati chiusi sui nostri punti programmatici, ma è chiaro che chi ci sta col nostro programma deve avere chiaro che noi non spartiamo poltrone, al massimo distribuiamo idee».

Il reddito di cittadinanza, infine, nonostante sia stato più volte annunciato dal palco, dovrà fare i conti col bilancio della Regione. «Il nostro bilancio è ingessato – ammette – ma con margini di manovra. Accorpando le partecipate e tagliando gli sprechi potremmo recuperare 200 milioni di euro, andando a fare la stessa cosa con gli enti regionali altri 100 milioni di euro, tagliando le spese inutili si recupereranno altri fondi. Partiremo con una cosa che magari non sarà esattamente un reddito di cittadinanza per tutti, ma sarà un reddito di cittadinanza per i giovani. Questa cosa di mantenere almeno fino a 34 anni i giovani qui e permettergli di costruirsi un futuro, per me è un imperativo categorico. È una terra che sta affondando. Dobbiamo invertire il trend».


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