Il 31enne Gaspare D'Aguanno è accusato di rapina ed estorsione. Quest'ultimo reato è contestato anche a Giuseppe Bonafede. I due avrebbero obbligato un ragazzo di Petrosino a consegnargli cento euro. Mentre il primo avrebbe pure speso il pesante nome del genitore per minacciare dei commercianti
Marsala, rapina bar minacciando di chiamare papà Arrestato D’Aguanno, il padre è accusato di mafia
«Zitti tutti, o chiamo papà». Gaspare D’Aguanno, 31enne arrestato per rapina ed estorsione a Marsala, nella frazione di Strasatti, avrebbe usato il pesante nome del genitore per minacciare i commercianti vessati dalle sue richieste. Il padre è infatti Vincenzo D’Aguanno, l’uomo che, stando alle recenti indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha un ruolo di primo piano nella famiglia mafiosa di Marsala. Colui che ha ricevuto le confidenze di Nicolò Sfraga: «Matteo Messina Denaro sta in zona, pronto a scoppiare e ha un esercito».
Dei D’Aguanno, Gaspare è il figlio più grande, non coinvolto nell’operazione Visir. Adesso però i carabinieri della compagnia di Marsala, lo accusano di estorsione ai danni di un ragazzo di Petrosino e di una rapina a un bar. Il giovane avrebbe agito insieme a Giuseppe Bonafede, 36enne di Petrosino: entrambi sono stati arrestati e posti ai domiciliari.
L’estorsione sarebbe avvenuta la scorsa estate quando, in un noto bar di Petrosino, i due avrebbero obbligato un ragazzo a consegnargli cento euro, minacciandolo di sottrargli del materiale da lavoro che portava a bordo del proprio furgoncino. Il ragazzo, per evitare di subire ripercussioni, ha consegnato tutto il denaro contante in suo possesso, cioè 50 euro.
Solo a D’Aguanno vengono contestati altri due reati, commessi lo scorso settembre: una rapina e danneggiamenti in un bar di contrada Fornara. Ed è qui che il 31enne avrebbe speso il nome del padre: dopo essersi impossessato di 50 euro dal registratore di cassa, avrebbe danneggiato alcuni frigoriferi e una vetrina prima di scappare. Il tutto mentre, con tono di sfida, avrebbe minacciato i presenti di chiamare il genitore Vincenzo D’Aguanno.
Il giovane e Bonafede sono stati rintracciati nelle rispettive abitazioni e condotti negli uffici della stazione dei carabinieri di Petrosino. Il giudice ha concesso gli arresti domiciliari, regime in cui rimarranno sino all’inizio del processo che verrà instaurato nei loro confronti.
Nelle scorse settimane, sempre i carabinieri della Compagnia di Marsala, avevano tratto in arresto altri due uomini accusati di alcune rapine sul territorio: il 41enne Maurizio Sansica e un altro Gaspare D’Aguanno, cugino omonimo dell’attuale indagato. Quest’ultimo, in particolare è accusato di sei furti, una rapina e due tentate estorsioni in meno di un anno.