Il segretario dell'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pistorio, è stato interrogato dal gip Marco Gaeta. È accusato di corruzione nell'inchiesta che ha portato anche all'arresto dell'armatore e del deputato regionale ex Forza Italia Mimmo Fazio. Per il politico l'interrogatorio è previsto per oggi
Liberty Lines, Giuseppe Montalto risponde al gip «Segnalai a Morace giornalista perché serviva»
«Nessuno scambio di favori. Il giornalista Piero Messina l’ho segnalato a Ettore Morace perché sapevo che aveva bisogno di un ufficio stampa». Ha rigettato tutte le accuse, rispondendo al gip Marco Gaeta, Giuseppe Montalto, il segretario dell’assessore regionale Giovanni Pistorio indagato per corruzione, assieme al candidato sindaco di Trapani, il deputato regionale Girolamo Fazio e all’armatore Ettore Morace, nell’ambito dell’operazione Mare Monstrum.
Nel mirino dei magistrati della Dda, anche l’ex deputata regionale Marianna Caronia, candidata al consiglio comunale di Palermo, che – secondo il pm Luca Battinieri – avrebbe ottenuto da Morace, tramite l’intercessione di Montalto, una liquidazione superiore a quello che le spettava dopo la fine del rapporto di lavoro con la Siremar, società marittima acquistata dall’armatore. Una parte del Tfr le sarebbe stato dato grazie alla fattura di una prestazione da lei mai assicurata. Sempre secondo l’accusa, il potere di Morace sarebbe stato tale da riuscire a bloccare la nomina all’Ars di un consulente a lui sgradito, grazie alle pressioni di Fazio e Montalto, con quest’ultimo che in cambio avrebbe piazzato amici all’interno dell’azienda. È previsto per oggi, invece, l’interrogatorio di Fazio, che attualmente si trova agli arresti domiciliari come Montalto.
Nel frattempo si è dimesso il vicepresidente della società navale Caronte&Tourist Isole minori Sergio La Cava, dopo l’indagine per concorso in corruzione in cui è coinvolto assieme al patron della compagnia navale messinese Vincenzo Franza. Ad aprile, i magistrati della procura di Palermo avevano richiesto anche per lui l’arresto. Richiesta però rigettata dal gip Marco Gaeta. Secondo il giudice infatti «non ha commesso reati tali da richiedere la custodia cautelare». Per gli investigatori, il luogotenente dei carabinieri Orazio Gisabella – anche lui coinvolto nell’inchiesta – avrebbe dovuto depositare una serie di dossier contro i Morace, promuovere indagini e diffondere notizie ad alcuni giornalisti. In cambio, La Cava avrebbe sponsorizzato la figlia desiderosa di lavorare con i Franza.
A tal proposito, in una nota Tiziano Minuti, responsabile comunicazione di Caronte&Tourist, fa sapere: «Mai come in questa occasione, per la compagnia navale l’auspicio è che la giustizia faccia il suo corso presto e bene. Proprio il rispetto per la magistratura inquirente e la fiducia in quella giudicante suggeriscono tuttavia qualche precisazione. Sembrerebbe infatti emergere – si legge – un rapporto tra i vertici di C&T e quelli di Liberty Lines di concorrenza feroce e astiosa. Chi conosce la storia personale e professionale dei due imprenditori sa bene, invece, che una tale concorrenza non ha motivo d’essere, trattandosi di una ultraventennale relazione di amicizia e rispetto ferme restanti le diverse strategie imprenditoriali. Ne consegue – concludono dall’azienda – che quanto poi ricostruito in termini di dossieraggio, ove mai dovesse essere accertato, sarebbe esclusivamente conseguenza di comportamenti dettati da ragioni personali tenuti peraltro da un terzo che, pur se socio storico della Caronte & Tourist, ha una storia imprenditoriale anche autonoma. In questo senso il gruppo C & T prende atto con rammarico della decisione del dottor La Cava».