Prosegue il braccio di ferro tra il governo regionale e l'amministrazione sulla discarica palermitana. Il sindaco teme che l'ordinanza di Crocetta, che impone il conferimento a Motta Sant'Anastasia, metta a rischi i conti dell'azienda. Il dirigente regionale Pirillo: «Non si può stare fermi ad aspettare che esploda l'emergenza»
No di Rap e Comune a rifiuti nel Catanese «Più differenziata o vasca nuova ogni 3 anni»
«Proprio perché ho contezza che entro luglio la sesta vasca potrebbe essere piena, si è trovata questa soluzione del conferimento dei rifiuti a Motta Sant’Anastasia. Non risolverà il problema, ma almeno prolunghiamo la sua vita nelle more della realizzazione della nuova vasca. Ma se la raccolta differenziata non decolla, ferma al 10 per cento, è evidente che ci vorranno vasche nuove ogni tre anni». Per il dirigente il regionale del dipartimento Territorio e ambiente Maurizio Pirillo al momento non ci sarebbe altra scelta per scongiurare una nuova emergenza a Bellolampo, la discarica alle porte di Palermo a rischio saturazione. Eppure, la nuova ordinanza del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che impone alla Rap di conferire 300 tonnellate giornaliere nella discarica Okos, nel Catanese, ha suscitato non poche polemiche. Dalla Rap e dal sindaco Leoluca Orlando fino ai sindacati il coro di proteste è stato unanime.
Per il segretario regionale della Fit Cisl Dionisio Giordano, ad esempio, «con i costi di viaggio e di conferimento a carico della Rap, la Regione mette a rischio l’equilibrio economico finanziario dell’azienda». A fargli eco il primo cittadino per il quale il provvedimento «avrebbe ricadute gravissime sui costi aziendali per la Rap e quindi sulla qualità del servizio che l’azienda offre ai cittadini di Palermo». Una contrarietà ribadita anche nel corso di una riunione che si è svolta lunedì tra il dirigente Pirillo, l’assessore Sergio Marino e il presidente della Rap Roberto Dolce. A seguito dell’incontro, da parte del governo regionale è stata assunto l’impegno a rivedere il provvedimento, anche se la Regione sembrerebbe ferma sulle sue posizioni, disposta a dialogare solo sulla tempistica. Anche perché, al momento, non ci sono altre ipotesi in campo.
«Abbiamo avuto ieri un incontro con Marino e il presidente Rap e ci incontreremo nuovamente oggi o domani – spiega Pirillo -, ma il progetto della settima vasca continua a non esserci e vorrei capire cosa intende fare il sindaco Orlando. Mi rendo conto che possa non piacere, ma tentiamo di allungare la vita della sesta vasca, in attesa di quella nuova». E i tempi non sono sicuramente rassicuranti: tra la presentazione del progetto – il presidente Rap ha informato Pirillo che il non sarà pronto prima del 31 marzo -, e le procedure per la gara di appalto cantieri (nella migliore delle ipotesi) non partiranno prima di ottobre. E nel frattempo cosa accadrà? «Prima della sua realizzazione – prosegue Pirillo – ci vorrà almeno un anno e mezzo, e nel frattempo occorreva assumere una decisione, presa anche per ottemperare alla decisione del Tar che ha dato ragione alla Oikos».
Con l’ordinanza regionale 26/rif. del 1 dic 2016, infatti, il presidente della Regione aveva sostanzialmente bloccato il conferimento nel sito catanese, ma «il Tar ha disposto l’annullamento dell’ordinanza limitatamente alla questione Oikos. A quel punto, tenuto conto che ci sono delle vasche che si stanno esaurendo, si è pensato di prendere una parte dei rifiuti di Palermo, Trapani, Gela e Ragusa e mandarli lì». Sul tavolo, tuttavia, rimane il nodo dei costi legato al trasferimento che per i sindacati potrebbero mettere a dura prova la tenuta economica dell’azienda. Anche su questo Pirillo cerca di fare chiarezza. «Quello che non è chiaro è che il costo di conferimento presso Oikos sostituisce quello presso Rap, perché non può essere abbancato due volte lo stesso rifiuto».
Ma mentre la tariffa di conferimento si aggira su valori molto simili, ad incidere sarebbe il costo del trasferimento dei rifiuti da una parte all’altra dell’Isola: «Un camion da 25 tonnellate si paga 350 euro a tratta, circa 14 euro a tonnellata chem sommato alla differenza del costo di conferimento tra i due siti, fa lievitare il prezzo fino a 15,50 euro a tonnellata». Dovendo trasportare 300 tonnellate al giorno, il costo giornaliero sarebbe di 4.650 euro e, per un anno, di 1 milione e 600mila euro, sicuramente non una cifra trascurabile. «Rap potrebbe chiudere un accordo con Motta Sant’Anastasia per calmierare il prezzo del conferimento – ragiona Pirillo -. Ad ogni modo, se hanno necessità di una dilatazione dei termini per chiudere gli accordi, non ci sarà alcun problema da parte nostra. Ma prima si fa meglio è, l’estate è ormai alle porte – avverte – e se stiamo ancora a braccia conserte, mentre la canzone dell’estate 2016 è stato il Tmb (trattamento meccanico biologico … ndr), quella del 2017 saranno le vasche».