Negli ultimi mesi nelle Madonie sono giunte numerose segnalazioni sulla presenza dei suidi e sui danneggiamenti provocati dagli animali. Il Comune ha stabilito che fino al 30 aprile potranno essere abbattuti, ma solo da personale specializzato ed esclusivamente per garantire l'incolumità pubblica
Castelbuono, ordinanza per abbattere i cinghiali «Evitare che il territorio si trasformi in Far West»
Con un’ordinanza sindacale il Comune di Castelbuono, nelle Madonie, ha deciso di abbattere i suidi (maiali, cinghiali e simili) nelle contrade del paese, a causa delle frequenti segnalazioni presentate dagli abitanti del paese negli ultimi mesi. La decisione è stata condivisa pienamente anche dal presidente dell’Ente parco delle Madonie, Angelo Pizzuto, preoccupato che il territorio si possa trasformare «in un vero e proprio Far West incontrollato». Una storia, quella del sovrappopolamento soprattutto di cinghiali, che ha le sue radici a partire dal 2010.
Negli ultimi mesi, però, gli uffici della polizia municipale della città madonita hanno ricevuto numerose segnalazioni sulla presenza di suidi vicino le abitazioni, in particolare nelle contrade del paese. Segnalazioni sono giunte anche ai carabinieri e al distaccamento del corpo forestale su casi di danneggiamento provocati dagli animali alle colture e alla rete viaria, pubblica e privata, di privati cittadini titolari di aziende agricole ricadenti nel paese.
Alcuni rimedi, per risolvere il problema, sono stati attuati nel 2011, con l’autorizzazione dell’assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari del piano di controllo della popolazione dei suidi. Il provvedimento nel 2014 è stato prorogato per altri tre anni, in seguito a una richiesta dell’Ente parco delle Madonie. L’anno successivo, con decreto del Dirigente generale, è stata aggiunta, oltre la cattura, anche la possibilità di abbattimento. L’ordinanza emessa dal Comune di Castelbuono, nello specifico, prevede che fino al 30 aprile 2017 potranno essere abbattuti i suidi in tutte le zone, esclusi i fondi chiusi e le aree del Parco delle Madonie, per scongiurare pericoli imminenti l’incolumità pubblica.
L’azione di abbattimento sarà preceduta dall’attivazione di un piano di intervento urgente con l’impiego di personale qualificato e di cacciatori appartenenti a specifiche associazioni e in possesso di assicurazione che aderiscano su base volontaria e operando a titolo gratuito. Durante le operazioni di abbattimento dei suidi saranno presenti anche le guardie venatorie.
Attraverso una serie di incontri, presso l’assessorato all’Agricoltura, è stata messa a punto una bozza di ordinanza tipo per tutti i Comuni che contenga almeno tre requisiti: documentate denunce di attacchi alla persona presentate alle forze dell’ordine, rispetto dei protocolli sanitari per il consumo della carne, censimento e comunicazione circa i capi catturati e abbattuti. Sempre nell’esclusiva tutela dell’incolumità pubblica. Le ordinanze non possono essere usate per aggirare le norme sul controllo della fauna selvatica o, per esempio, per sconfinare nell’area parco dove gli abbattimenti sono consentiti solo dal personale autorizzato dall’ente medesimo.
«Vigileremo – ha aggiunto Pizzuto – sul rigido rispetto di queste norme e che il territorio non si trasformi in un Far west incontrollato. L’ordinanza emessa dal sindaco di Castelbuono va verso questa direzione, e cioè specifica al suo interno in maniera puntuale i paletti da rispettare sia per la cittadinanza che per le squadre organizzate per gli abbattimenti all’interno del territorio comunale».