A distanza di poche settimane dal ritrovamento del terreno in cui erano stati buttate numerose carcasse di animali, nel centro dell'Agrigentino si sospetta dell'avvelenamento dell'animale divenuto per molti una mascotte. Anche se ci sarebbe stato anche chi non lo voleva: «Aveva subito maltrattamenti», denuncia una donna
Bivona, un altro cane morto in pieno centro I cittadini mettono una taglia sul colpevole
«Tutti abbiamo diritto di vivere, compresi gli animali. Sono molto amareggiata, sto vivendo dei giorni da incubo». A parlare è Donatella Massaro, la donna che sabato scorso, a Bivona, ha trovato morto il cane Django, la mascotte del paese. «Era a terra, in fin di vita. Ho cercato di fare l’impossibile per salvarlo, ma il cane era ormai in gravissime condizioni, con la schiuma che fuoriusciva dalla bocca e il tremore agli arti, il suo cuore ha smesso di battere dopo pochi minuti – ricorda -. Ho chiamato subito i carabinieri che a loro volta hanno avvertito il Comune».
Quella di Django è soltanto l’ultimo caso di cani trovati morti in circostanze sospette a Bivona. Poco meno di un mese fa, infatti, numerose carcasse erano state trovate in un terreno abbandonato. Una sorta di cimitero a cielo aperto. «La carcassa è stata trasferita all’istituto zooprofilattico di Palermo per accertare le cause della morte – spiega il sindaco Giovanni Panepinto -. Non sappiamo se si tratti di avvelenamento, questo ce lo diranno i veterinari, ma la situazione sicuramente non mi piace. La nostra amministrazione – continua – è impegnata a regolarizzare il randagismo in sinergia con l’Unione dei Comuni e l’Asp, ma purtroppo i casi di abbandono di cani sembrano aumentare ogni giorno». Panepinto poi parla del ritrovamento delle scorse settimane. «Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso. In quella circostanza scoprimmo pure la carcassa di un vitello, gli investigatori chiariranno la portata del fenomeno», aggiunge.
La donna che ha ritrovato Django, intanto, sottolinea come l’animale non fosse ben voluto da tutti. «Prima che mi prendessi cura di lui aveva ricevuto numerosi maltrattamenti – racconta -. La vera bestia è l’uomo, non si può far del male così gratuitamente a un cucciolo che non chiedeva nulla se non un briciolo di amore e un po’ di compagnia». Il caso è finito anche sul web, con i bivonesi che ne hanno parlato sui social network. Per molti dietro la morte del cane c’è la mano dell’uomo. «Offro Euro 500 di taglia a chi fornirà informazioni sicure e provate del mostro che ha fatto questo. Non è uno scherzo. Ora mi sto arrabbiando sul serio», scrive Giuseppe su Facebook. E poi c’è chi, come Carmela, consiglia di organizzare un’assemblea pubblica per affrontare il problema. Anche perché, a quanto pare, quella di Django non sarebbe una morte isolata. Nella notte tra domenica lunedì, un altro cane sarebbe stato trovato senza vita nella stessa zona.