La crisi del mercato dei limoni, la passione per l'agricoltura e un viaggio in Brasile. Così nasce la coltura del frutto di origini sudamericane che viene prodotto a San Leonardello, vicino Carrubba di Giarre. Una produzione di 100mila chili concepita da un laureato in Giurisprudenza. Guarda il video
Una coltivazione di avocado alle pendici dell’Etna Il 30enne Passanisi: «Meglio la terra del tribunale»
Alle pendici dell’Etna ha trovato il suo habitat un frutto di origine sudamericana. Complici il clima, il terreno vulcanico e la purezza dell’acqua, l’avocado – frutto amato dagli indigeni Aztechi e Maya – è diventato un prodotto biologico siciliano richiesto ed esportato in Italia e in Europa.
Chi ha creduto nel progetto Sicilia Avocado – dieci ettari di terra coltivati a San Leonardello (nei pressi di Carrubba di Giarre) e una produzione di 100mila chili di frutti verdi all’anno – è Andrea Passanisi, trentenne catanese, imprenditore e agricoltore di terza generazione. L’idea arriva dopo un viaggio in Brasile, «ai tribunali ho preferito la terra», racconta a MeridioNews Andrea, laureato in Giurisprudenza e con la passione per l’agricoltura ereditata dal nonno.
Sicilia Avocado è diventato in pochi anni un brand, «un modo per raccontare il bello della Sicilia – prosegue l’imprenditore -. Un’Isola di tradizione e innovazione, di passione e intraprendenza». Sono sei i dipendenti che ogni giorno si dedicano alla coltivazione e alla raccolta dei frutti. E il fattore umano sembra essere uno degli ingredienti del successo dell’operazione. «Questi terreni raccontano la storia di tre generazioni», spiega Andrea, oggi delegato provinciale di Coldiretti giovani Impresa Catania.
A lavorare quelle terre è stato per primo il nonno viticoltore. Ci ha pensato il padre, poi, a convertire i terreni in agrumeto, ma è la crisi del mercato dei limoni ad aver richiesto un cambio di rotta. «Il limone si vendeva a poco. Qual era l’opzione – si è chiesto Andrea – lasciare tutti a casa?». La risposta è arrivata nel 2013 con il suo progetto e adesso il delegato di Coldiretti vorrebbe riunire imprenditori e agricoltori siciliani in un consorzio. «Dobbiamo uscire dall’ottica individualista che ha contraddistinto la Sicilia – ha spiegato – e unire le forze per creare eccellenza».