La società Caffè Napoleon nega, tramite i legali, il ruolo di responsabilità rivestito dall'uomo, cugino del boss Orazio Privitera e indagato perché sospettato di avere imposto i suoi servizi al lido La cucaracha. Ma il legale rappresentante dell'impresa, intervistato da MeridioNews, aveva dato risposte diverse. Ascolta l'audio
Spiagge libere, avvocati smentiscono gestione di Buda Il titolare diceva: «Tiene i parcheggi e porta l’incasso»
«L’informazione in genere, invero, deve essere
oggettiva, imparziale e al servizio della collettività, riportando notizie reali e non tendenziose, utilizzando un metro e una misura». La società cooperativa Caffè Napoleon risponde tramite i suoi avvocati alla notizia, pubblicata in esclusiva da MeridioNews, che Orazio Buda, cugino del boss del clan Cappello Orazio Privitera e coinvolto nell’operazione antimafia Prato verde, sia il responsabile dei parcheggi delle spiagge libere della Playa di Catania. Con una nota firmata dai legali Dario Michele Scarlato e Antonino Catalano, l’azienda precisa che «il signor Orazio Buda non gestisce i parcheggi (attività effettuata dall’amministrazione della Caffè Napoleon), né tanto meno si occupa del ritiro dell’incasso ma è un regolare dipendente munito di tesserino e addetto esclusivamente ai parcheggi delle spiagge libere». Aggiungendo che l’impresa si riserva il diritto di procedere per le vie legali. Ma era stato Massimiliano Consoli, presidente e legale rappresentante della cooperativa, a fornire dichiarazioni diverse a questa testata. Come dimostra un estratto della registrazione della conversazione telefonica con i nostri cronisti.
Alla domanda sull’esistenza di un responsabile dei parcheggi delle spiagge libere della Playa di Catania, Consoli replica: «C’è un responsabile, l’ho fatto io il responsabile. È Orazio Buda». Al quale, spiegava Consoli, sono demandati alcuni compiti – per conto della Caffè Napoleon di cui è dipendente, come spiegato da MeridioNews: «Posteggia, sta a guardare il personale… Insomma – diceva il titolare dell’azienda – classiche operazioni: controlla tutte le spiagge. Lui mi tiene i parcheggi». Un ruolo di supervisione che si conclude, a fine giornata, con il ritiro della cassa: «Mi porta l’incasso, ovvio», continuava Massimiliano Consoli. Cose che adesso, tramite un comunicato diffuso alle testate locali, vengono smentite. L’amministrazione comunale, nel frattempo, ha annunciato che valuterà l’ipotesi di revocare l’appalto all’azienda.
Le reazioni alla notizia, intanto, non si fermano. Dopo l’intervento di
Catania bene comune, è il Movimento 5 stelle a chiedere le dimissioni del sindaco Enzo Bianco e della giunta. «Le ultime informazione sulla gestione dei solarium sono estremamente gravi e dimostrano l’assoluta incapacità dell’amministrazione Bianco di controllare il territorio e governare la città – si legge in un comunicato diffuso dagli attivisti pentastellati – L’affaire delle spiagge libere non è un episodio isolato, ma solo l’ultima puntata di una serie di leggerezze». Il riferimento è all’intercettazione tra il primo cittadino e l’allora indagato Mario Ciancio Sanfilippo, alla collaborazione con la discoteca Empire, secondo gli investigatori gestita da un prestanome del presunto boss Giacomo Nuccio Ieni, e alla relazione della commissione regionale antimafia sull’ombra della mafia in Consiglio comunale.