Nell'ordinanza che getta le basi per riscrivere, per l'ennesima volta, il piano rifiuti sull'Isola, si fotografa anche la situazione della differenziata: 56 centri non si schiodano dallo zero virgola. Crocetta impone un incremento di sei punti entro novembre. Pena anche la sospensione di sindaci e consigli
Differenziata, i risultati dei 390 Comuni siciliani Un terzo sotto il 5%, Regione impone prescrizioni
Un terzo dei Comuni siciliani non supera il 5 per cento di raccolta differenziata. Ben 56 non si schiodano dallo zero virgola. C’è anche questo nell’ordinanza con cui il governo regionale dà il via libera agli inceneritori, mette le basi per mandare i rifiuti oltre lo Stretto e vara la proroga – ad eccezione dell’impianto agrigentino di Siculiana – al conferimento in discarica per altri sei mesi.
Il focus sulla differenziata, la fotografia della situazione reale al 2014, disegna un quadro desolante: 56 Comuni hanno percentuali comprese tra lo zero e l’1 per cento. La bandiera nera spetta alla provincia di Messina con 29 centri (Basicò, Brolo, Capizzi, Casalvecchio Siculo, Castroreale, Condrò, Fondachelli Fantina, Furci Siculo, Furnari, Gualtieri, Limina, Mazzarrà Sant’Andrea, Merì, Monforte San Giorgio, Montagnareale, Motta d’affermo, Novara di Sicilia, Patti, Pace del Mela, Roccavaldina, Rometta, San Piero Patti, Santa Lucia del Mela, Sant’Angelo di Brolo, Saponara, Spadafora, Tripi, Valdina, Venetico); seguono la provincia di Palermo con 12 Comuni (Altofonte, Balestrate, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Camporeale, Capaci, Ficarazzi, Giardinello, Mezzojuso, Misilmeri, Torretta, Villabate); Enna con 9 (Agira, Catenanuova, Centuripe, Cerami, Gagliano Castelferrato, Nissoria, Sperlinga, Pietraperzia, Valguarnera Caropepe); Catania con quattro (Adrano, Mascali, Palagonia, Riposto); e Ragusa con due (Acate e Chiaramonte Gulfi).
Volendo alzare di appena qualche punto percentuale l’asticella, altri 64 Comuni non superano la soglia del 5 per cento (19 in provincia di Palermo, 13 a Messina, 9 ad Agrigento, 8 a Siracusa, 6 a Enna, 4 a Catania, 3 a Trapani e 2 a Ragusa). In totale quindi 120 Comuni sul totale siciliano di 390 hanno un livello di raccolta differenziata inferiore al 5 per cento.
Il governo di Rosario Crocetta tenta di correre in fretta e furia ai ripari, ordinando una serie di prescrizioni da attuare nel giro di sei mesi, pena anche la sospensione di sindaci e consigli comunali. Entro il 7 luglio le amministrazioni comunali «devono adottare o adeguare il regolamento comunale per la raccolta differenziata, tenendo conto sia dei progressivi aggiornamenti normativi sia di quanto si rende necessario attuare con l’avvio immediato del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti differenziati imposto in forza alla presente ordinanza». I sindaci avranno poi un’altra settimana di tempo per inviare il regolamento al dipartimento regionale Acque e rifiuti, scadenza 15 luglio. Se non si rispetta questo termine, «il presidente della Regione adotta un regolamento tipo per le amministrazioni inadempienti». Tra le misure previste anche «il contingentamento del conferimento dei rifiuti indifferenziati per i Comuni inadempienti». L’obiettivo è incrementare la differenziata di tre punti percentuali entro il 30 agosto 2016, e di altri tre entro il 30 novembre.
L’ordinanza dedica quindi un intero paragrafo alle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, dove la percentuale di differenziata nel 2014 è ferma rispettivamente a 8.3, 9.3 e 7.6 per cento. Per i tre capoluoghi vengono quindi imposte scadenze ancora più imminenti. «Entro 15 giorni dalla data di emissione dell’ordinanza – si legge – i tre sindaci devono presentare al dipartimento regionale Acqua e rifiuti e all’Arpa un piano comunale di raccolta differenziata da sottoporre all’approvazione dei rispettivi consigli comunali, da avviare inderogabilmente entro il 30 giugno 2016». Anche in questo caso il traguardo minimo è incrementare la differenziata del tre per cento entro il 30 agosto, del sei per cento entro il 30 novembre. Se non succederà, scatterà l’intervento sostitutivo della Regione, anche senza diffida, che comporta «la decadenza degli organi degli enti ai quali sia da ascriversi l’omissione o l’inadempienza, nonché l’avvio della consequenziali azione di responsabilità amministrativa ed erariale».
Eppure per migliorare il servizio di raccolta non serve guardare lontano. In Sicilia esistono realtà – di piccole e medie dimensioni – che ce l’hanno fatta. Venti Comuni hanno superato la soglia del 45 per cento di differenziata (l’obiettivo che si era posta l’Unione europea per il 2008). Due, entrambi in provincia di Catania, hanno anche sfondato quota 65 per cento: si tratta di Licodia Eubea (69 per cento) e San Michele di Ganzaria (72 per cento nel 2014). Comuni che negli ultimi cinque anni hanno risparmiato centinaia di migliaia di euro riducendo drasticamente il conferimento in discarica.