Insegnante, con un passato da attivista in diversi comitati civici, è originaria di Palagonia l'unica donna a puntare alla carica di prima cittadina del piccolo paese del Siracusano. Il suo nome è venuto fuori dopo un forte dibattito all'interno dei due meet up locali
Elezioni a Lentini, Maria Cunsolo candidata del M5s «Mi ispiro a Vandana Shiva. Sel? Esperienza chiusa»
È l’unica donna in corsa per palazzo Scammacca, la candidata del M5s Maria Cunsolo. Insegnante 46enne originaria di Palagonia, Cunsolo è stata impegnata in diversi movimenti civici locali, è membro del Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e responsabile del Comitato lentinese per l’acqua pubblica. Fra il 2010 e il 2012 è stata coordinatrice del circolo locale di Sinistra Ecologia e Libertà, adesso la sua candidatura arriva dopo un acceso scontro dialettico fra i due meetup lentinesi del M5s.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
Perché ho fatto sempre politica e sono sempre stata attiva per la mia città.
Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
Le nostre cinque stelle le abbiamo trasformate in cinque A: ambiente che comprende acqua, rifiuti ed efficientamento energetico; agricoltura perché per il nostro territorio, che è a vocazione agricola, questo è uno dei comparti economici più importanti; architettura per il recupero del centro storico; archeologia perché Lentini è un immenso parco archeologico, noi lo definiamo una industria sostenibile; accoglienza per richiamare un turismo non mercificante; amministrazione per porre fine al dissesto finanziario.
Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
L’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva che correla la crisi dei Paesi poveri agli effetti della globalizzazione. Le sue lotte, a mani nude e in mezzo alla strada, contro il saccheggio delle risorse naturali a scapito delle popolazioni locali mi hanno trasmesso la passione e l’impegno per l’ambiente e il territorio.
In caso non riuscisse ad andare a ballottaggio, con chi si alleerebbe eventualmente nel secondo turno?
No. Il M5s non fa assolutamente nessun tipo di alleanza.
Elenchi le prime tre cose che farebbe appena eletto primo cittadino.
La prima cosa che farei è iniziare a capire a quanto ammonta il dissesto finanziario. Poi prenderei atto della situazione all’interno degli uffici e inizierei un’azione di trasparenza amministrativa per migliorare anche il rapporto con i cittadini.
Qual è l’avversario che teme di più?
Non temo nessuno, perché sono una donna e non ho l’ansia da prestazione che hanno gli uomini. A noi donne importa di più portare avanti le idee e non noi stesse.
Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
Lentini sembra un paese che ha subito un bombardamento aereo per la condizione del manto stradale, per il degrado dei quartieri, per stato di abbandono generale. In 20 anni abbiamo assistito alla distruzione di un paese. Di pregi sinceramente non riesco a trovarne nemmeno uno.
Dopo gli sconti fra i due meetup del M5s locale per la sua candidatura, c’è stata davvero una pacificazione?
Il movimento è movimento, non ha gli andamenti e le regole di un partito. Nel movimento tutto viene deciso da tutti e quindi spesso ci sono dei contrasti, divergenze di opinione ma questo è il prezzo della democrazia. La mia candidatura è stata la sintesi per il movimento, anche se all’interno non tutti sono d’accordo, alcuni hanno confluito e altri sono rimasti in stand-by.
Ha rinnegato il suo passato a sinistra con Sel?
Il mio passato è soprattutto ambientalista, la mia prima battaglia è stata Xirumi contro la speculazione edilizia. Quando è nato, Sel era una realtà bifronte: da una parte movimento e dall’altra partito e io sono entrata, appunto, con il movimento Xirumi. Questa doppia natura, però, non veniva rispettata dalla totale supremazia del partito nella spartizione dei posti di responsabilità. Noi del movimento non avevano possibilità di agire perché le decisioni venivano prese tutte dal partito. Questo per me è stato l’elemento di rottura.
Essere l’unica donna candidata giocherà a suo favore?
Sicuramente in un paese che ha bisogno di cambiamento, l’elemento femminile costituisce un ulteriore segno di rottura. La politica in generale è fortemente maschilista e a Lentini non c’è mai stata una sindaca. Io sono una donna normale, faccio l’insegnante, ho una famiglia e mi sto mettendo in gioco in politica anche con un pizzico di follia perché è davvero faticoso riuscire a conciliare tutto, ma sono caparbia e ci riesco. Il valore aggiunto delle donne è quello di essere multitasking. Infine, una donna che si mette in politica e si mette in testa una cosa la porta avanti perché ha già dovuto superare mille difficoltà oggettive in più rispetto a un uomo.