Da pochi giorni è cambiata la guida dell'autorità portuale siracusana. Al di là dei possibili profili penali, emerge una fitta rete di collegamenti tra Alberto Cozzo e società con interessi nella rada megarese. Con potenziali conflitti d'interessi. Guarda l'infografica
Augusta, gli affari del petrolio intorno al porto I rapporti dell’ex commissario con le società
Un curriculum di tutto rispetto, che in 12 pagine elenca ben sessanta incarichi professionali svolti nell’arco di quasi due lustri. A soli 41 anni Alberto Cozzo, ex commissario straordinario dell’Autorità portuale di Augusta, è arrivato al culmine della sua carriera. Prima di essere stato sostituito dal comandante di capitaneria, Antonio Donato, nominato dal ministro Graziano Delrio. Da qualche settimana Cozzo deve fare i conti con le indagini della procura di Potenza – nel filone siciliano dell’inchiesta Petrolio – che per lui ipotizzano il reato di turbata libertà del contraente nella procedura di rilascio di una concessione demaniale del porto siciliano, tra i più importanti d’Italia. A tenere banco nella vicenda, però, sono anche i rapporti di lavoro intessuti da Cozzo con alcune società operanti nella rada megarese. E accanto ai profili penali, su cui indagano gli inquirenti, saltano all’occhio i potenziali conflitti d’interesse.
Da quanto riportato nel suo curriculum, almeno fino al 20 febbraio 2015, Cozzo è stato avvocato fiduciario dell’Isia global service, società amministrata dall’imprenditore Alfredo Leto e proprietaria al 91 per cento di Alpha Tanko. Quest’ultima si trova coinvolta nell’indagine lucana perché sarebbe riferibile a Gianluca Gemelli, in qualità di suo socio occulto. Attraverso Alpha Tanko, nell’ipotesi accusatoria dei pm, Gemelli avrebbe ambito all’assegnazione di un pontile del porto megarese per la realizzazione di un deposito petrolifero, contendendolo alla Decal Mediterraneo dei fratelli Fazio. Una contesa in cui, secondo i magistrati che indagano, il commissario Cozzo ha svolto un ruolo d’ostacolo al rilascio della relativa concessione demaniale, turbando così la libertà del contraente.
Ma la Isia è anche partner di Biomasse Italia – grossa impresa del settore delle energie rinnovabili posseduta al 50 per cento dalla compagnia petrolifera Api – nella quale si ritrovano insieme i nomi di Cozzo e Leto: il primo ne risulta avvocato fiduciario – stando sempre ai dati pubblicati sul sito web dell’Autorità portuale megarese – , mentre il secondo ne è attuale procuratore speciale.
Sempre la Isia, ad aprile dello scorso anno, ha curato il trasporto di quasi 10mila tonnellate di rifiuti speciali dell’Ilva di Taranto dal porto di Augusta alla discarica Cisma di Melilli, a quel tempo destinataria dalla prefettura di Siracusa di un’interdittiva antimafia. Una misura preventiva giustificata dalle dichiarazioni di Santo La Causa, collaboratore di giustizia nel processo Iblis, che additava come «prestanome del boss Maurizio Zuccaro», l’imprenditore catanese Antonino Paratore, socio di maggioranza della Cisma. Affermazioni, quelle di La Causa, non ancora provate dai giudici e fatte oggetto di smentita dai legali della Cisma, che hanno anche denunciato il pentito di mafia per calunnia.
Al fianco di Paratore, detenendo il 12,5 per cento delle quote di Cisma, figura La Ginestra, ditta dei fratelli Pietro e Gianni Balistreri. Quest’ultimo è titolare anche della Poseidon, azienda dove rispunta il nome di Cozzo, sempre nella veste di legale fiduciario fino al 12 novembre 2014: cioè fino al giorno prima della nomina alla guida dell’Autorità portuale di Augusta. A tre mesi dalla sua entrata in carica, il commissario straordinario ha riconosciuto alla Poseidon una variante alla concessione di un’area demaniale marittima, accrescendone la durata da 4 a 15 anni. E decretando un abbattimento del relativo canone nella misura del 50 per cento.
Il provvedimento era stato autorizzato dal comitato Portuale presieduto da Cozzo, al cui interno siedono pure i fratelli Balistreri in rappresentanza delle imprese marittime attive nella rada. Una variante assunta nonostante il parere contrario – anche se non vincolante – di un’apposita commissione istruttoria nominata dallo stesso Cozzo e incaricata di procedere alla verifica dell’istanza presentata da Poseidon «sotto il profilo della compatibilità con i programmi attuativi e di sviluppo del porto» – si legge nell’atto amministrativo – nonché alla luce degli investimenti e degli obblighi contrattuali a carico della società. Nello stesso giorno, con una nuova delibera, il comitato Portuale autorizzava la stipula della variante di un’altra concessione, questa volta rilasciata in favore del consorzio Italoffshore di proprietà dell’impresa Irem. Anche in questo caso trasformandone la durata da quadriennale a quindicennale.
Ed è proprio il riferimento a Irem che riporta all’inchiesta in Basilicata. Nelle intercettazioni dei pm potentini, Gemelli al telefono con un impiegato di banca tira in ballo presunti «accordi con il gruppo Irem» e «contatti fortissimi» con la multinazionale Erg, annoverata tra i clienti del gruppo industriale. Che al 15 per cento è anche socio di Decal, per mezzo della sua controllata Tanko. Tutti «agganci seri» che il compagno dell’ex ministra Federica Guidi vantava di avere «tramite Confindustria». Contattato da MeridioNews, il gruppo Irem non ha ancora replicato in merito ai fatti che la chiamano in causa. Circostanze che, se fossero confermate, aprirebbero nuovi scenari investigativi nella presunta contesa tra Gemelli e i Fazio. Dario Pastore, avvocato dell’ex commissario, sentito da MeridioNews, sottolinea che Cozzo non ha più incarichi nelle aziende menzionate.