Frequentano il corso dell'associazione Anffas di Scordia dieci persone tra 24 e 50 anni, affette da problemi fisici o psichici. L'iniziativa punta a dare sfogo alla creatività degli studenti, incentivando il rapporto con gli eventuali clienti. «È la realizzazione di un sogno», dice l'attivista Deborah Russo
CeramicAbility, un laboratorio per i disabili Il progetto creativo che vince finanziamenti
«Ogni giorno affrontiamo molte difficoltà e iniziative del genere ci danno un po’ di sollievo». L’affermazione arriva da
Deborah Russo, socia di Anffas Scordia, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale che si è aggiudicata un posto tra i vincitori del bando dedicato a gruppi che operano nel sociale pubblicato dall’agenzia assicurativa Aviva community fund. Anffas ha ricevuto un premio di settemila euro per CeramicAbility, il progetto che prevede la realizzazione di un laboratorio di ceramica in cui gli alunni – compresi in una fascia d’età tra 24 e 50 anni – sono seguiti da un maestro che spiega loro tutti i passaggi della lavorazione: dalla manipolazione dell’argilla alla creazione di oggetti fino alla fase dell’infornatura e della decorazione dei manufatti.
«Organizzare questo corso era un sogno che coltivavamo da tanti anni – racconta Deborah Russo-. Il progetto non si limita solo alla creazione di oggetti ma include anche la
vendita al pubblico».
I ragazzi del corso sono dieci e sono affetti da sindrome di down, autismo e problemi fisici o mentali. Grazie a CeramicAbility impareranno le dinamiche della compravendita, sperimentando il contatto con il cliente.
Oltre a questa attività, l’associazione dà agli allievi la possibilità di seguire
lezioni di musica e di cucina, di partecipare a incontri di gruppo con una psicologa in cui ci si confronta su vari temi e si lavora insieme, di lavorare con materiali di riciclo e gesso per dare sfogo alla creatività di ciascuno. Un lavoro finora fatto senza risorse economiche. Motivo per cui Deborah Russo, insieme a una collega e alla presidente dell’associazione, ha voluto sfidare la sorte, partecipando al bando di Aviva community fund.
«Non ci aspettavamo di vincere, c’erano tanti bei progetti in gara ma alla fine a spuntarla è stata la semplicità». Ed è proprio questo, rivela l’attivista, il segreto del successo del gruppo. «Quando abbiamo compilato la domanda di partecipazione dovevamo rispondere alla domanda “Perché dovremmo scegliere il vostro progetto?”. Abbiamo risposto semplicemente con la verità, dicendo che non abbiamo risorse e non godiamo di finanziamenti, ma vogliamo dare ai ragazzi la possibilità di realizzare un sogno».