Riscossione Sicilia, Crocetta riconferma Fiumefreddo «Fiducia per lavoro svolto». Ma è di nuovo polemica

Meno di venti giorni fa era stato definito, in diretta televisiva, uno «Sherlock Holmes» mancato. Oggi è di nuovo al suo posto, quello di presidente di Riscossione Sicilia. La storia di Antonio Fiumefreddo registra un nuovo andirivieni. Dopo essere stato nominato due volte assessore, per poi essere rimosso nel giro di pochi giorni, l’avvocato catanese torna a guidare la partecipata che in Sicilia fa le veci di Equitalia, ad appena un mese dalla sua rimozione seguita alle dimissioni di due componenti del cda. 

A confermare Fiumefreddo è stato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, lo stesso che negli ultimi anni ha dovuto controvoglia rinunciare ad averlo in giunta. Il governatore ha motivato la decisione con la «fiducia» che l’avvocato si è guadagnato per il lavoro svolto e con l’attuale normativa, che prevede «che nelle società in house non esista più il cda a tre, ma una governance affidata a un unico soggetto». Una situazione che tuttavia potrebbe cambiare presto. «Nel caso in cui l’Ars decida di approvare il ddl già presentato all’interno della finanziaria e inserito tra gli articoli della legge stralcio, che sarà discussa prossimamente che prevede un cda composto da tre persone – ha dichiarato Crocetta – si procederà alla rielezione secondo legge».

La sostituzione di Fiumefreddo, secondo lo stesso avvocato, è stata considerata dai deputati regionali come moneta di scambio per ottenere la ricapitalizzazione della partecipata. Una vicenda di cui il presidente di Riscossione Sicilia ha parlato nelle scorse settimane su Rai Uno, durante il programma televisivo L’Arena. In quell’occasione, parlando delle iniziative per recuperare i crediti che la società vanta nei confronti di oltre 60 parlamentari regionali, Fiumefreddo ha dichiarato: «Secondo i deputati io sono colpevole di aver rotto un patto del silenzio che durava da 40 anni. Molti hanno chiesto le mie dimissioni perché li avrei messi alla berlina». A rispondergli in studio era stato Giuseppe Milazzo, il deputato passato a inizio marzo da Forza Italia al Partito democratico. «Non è lui a scoprire i debiti, li scopre l’agenzia delle Entrate. Lui vuole fare Sherlock Holmes», aveva dichiarato il neo-democratico.

La notizia della riconferma, con molta probabilità, darà il la a una nuova ondata di polemiche. Tra i primi a commentare la scelta di Crocetta è stato Giovanni Panepinto. Il presidente della sottocommissione all’Ars su Riscossione Sicilia già ieri aveva anticipato la notizia. «Serve un approfondimento con il presidente della Regione – commenta l’esponente Pd -. La scelta dei nuovi vertici della società deve essere basata sulla competenza e deve ricadere su nomi che possano unire e rasserenare un clima che si era fatto fin troppo teso». Parole di fuoco anche dal presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo: «Si tratta di un soggetto che in tutte le tv nazionali non ha fatto altro che delegittimare questo Parlamento», ha detto il deputato del Nuovo centrodestra. Che poi, dopo aver annunciato che da oggi la propria azione politica sarà in discontinuità con quella del governo, ha definito la decisione di Crocetta un «atto provocatorio».


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