La riunione per la nomina, prevista per oggi, ha subito due rinvii. L'azienda senza cda da ottobre, dopo le dimissioni dei componenti in seguito all'arresto del presidente Dario Lo Bosco per un giro di tangenti. Benigno (Fit Cisl): «La situazione si sblocchi al più presto o la contestazione sarà più dura»
Ast ancora senza cda, protesta dei lavoratori «Il governo regionale gioca col loro futuro»
Protesta dei dipendenti dell’Ast questa mattina in via Ugo La Malfa a Palermo, davanti alla sede dell’azienda dei trasporti. Una cinquantina di lavoratori ha improvvisato un sit in dopo avere appreso che la designzione del consiglio di amministrazione, prevista per oggi, era stata ancora una volta rinviata. In un primo momento, la nuova data per scegliere componenti del cda era stata individuata nel 14 marzo. Successivamente i sindacati sono venuti a conoscenza di un ulteriore slittamento al 22 o al 23 febbraio.
Dura reazione dei rappresentanti sindacali: «La riunione di oggi è saltata perché non si è trovato l’accordo sulle poltrone, ma ai dipendenti le questioni politiche non interessano», attacca Amedeo Benigno, segretario regionale della Fit Cisl. «L’amministrazione sta giocando col futuro dei lavoratori. Soltanto con la designazione di un nuovo cda si può aprire una discussione sulla ristrutturazione aziendale».
L’Ast, che conta 800 dipendenti, ad oggi non ha un consiglio di amministrazione. A ottobre dell’anno scorso, infatti, in seguito all’arresto del presidente Dario Lo Bosco per un giro di tangenti, si erano dimessi gli altri componenti. A febbraio, il presidente della Regione Rosario Crocetta ha indicato per la presidenza un suo fedelissimo, Massimo Finocchiaro, responsabile del Megafono a Messina, ma il resto del cda non è mai stato nominato.
«La mancata nomina degli organi di vertice – spiega Benigno – di fatto blocca il rilancio dell’azienda. La Regione, socio unico, ci convochi. Questa situazione può causare danni patrimoniali e dismissioni di parte dell’esercizio e di tratte gestite dall’Ast a vantaggio della concorrenza. Se non si viene a capo della situazione – conclude il sindacalista – la protesta si farà più dura».