Non si placano le polemiche dopo il passaggio della gestione idrica all'Amap. Parte dei democratici carinesi crea attrito all'interno del partito di maggioranza. Messeri: «Piena fiducia alla giunta ma vorremmo essere più incisivi»
Carini, parte del Pd vuole dimissioni segretario Virzì: «Se vado via rischio ricatti alla giunta»
Parte del Partito democratico di Carini va contro il proprio segretario cittadino e lo fa con una nota in cui ne chiede le dimissioni. La spaccatura interna al partito di maggioranza in Comune non accenna a risanarsi, anzi, si allarga tanto da poter avere ripercussioni sulla giunta.
«Se mi dimettessi – replica il segretario carinese Paolo Virzì – l’area che mi vuole sfiduciare comincerebbe a ricattare il sindaco e l’assessore Franco Candela, entrambi nostri tesserati». La nota è stata pubblicata nella mattina di martedì su Facebook e fa seguito a una riunione autoconvocata la sera prima dall’area vicina al vicesegretario cittadino, Salvo Evola, ferma nel contestare «l’immobilismo e la sostanziale incapacità di gestione e coordinamento dell’attività politica del segretario del circolo». Autoconvocazione che, spiega Virzì, «non è stata preceduta da alcun documento ufficiale o motivazione, come previsto dal regolamento».
Secondo il segretario, coloro che chiedono le dimissioni sono gli stessi che non sono più d’accordo con la linea politica della giunta Monteleone, specie dopo alcune dichiarazioni apparse a seguito della votazione sull’affidamento ad Amap della distribuzione idrica: «Il documento che vorrebbe le mie dimissioni, infatti, non è stato firmato né dal sindaco né dall’assessore», dice Virzì, ribadendo la propria intenzione di chiedere in merito l’intervento della segreteria regionale.
«È una semplice richiesta di dimissioni, non un attacco personale – replica Pierangela Messeri, capogruppo dei Dem al Consiglio comunale di Carini – Dobbiamo ripartire insieme. Piena fiducia alla giunta ma vorremmo essere più incisivi. In campagna elettorale avevamo detto che era possibile l’acqua comunale, perché adesso non lo è più? Inoltre ho bisogno di confrontarmi col mio partito ma se non vengono convocate le riunioni non posso farlo. Noi sei consiglieri non siamo coesi perché manca un collante che dovrebbe essere il partito e la sua assemblea. È per questo che chiediamo le dimissioni di Virzì».