Da gennaio 2015 la provincia non deve più sovvenzionare l'ente, che spende circa 300mila euro solo per affitto e gestione delle sedi. I costi derivano per metà dai locali di via Reclusorio del lume: «È necessario trasferirsi», spiega Santo Di Nuovo che da un anno chiede aiuto al Comune
Accademia delle Belle arti a rischio chiusura Il presidente: «Troppo caro l’affitto della sede»
L’
Accademia delle Belle arti di Catania è nei guai. «L’anno prossimo potremmo essere costretti a chiudere», avverte il presidente Santo Di Nuovo. Le ragioni della crisi sono economiche. Da gennaio 2015 una sentenza della Cassazione ha sollevato la provincia dall’obbligo di pagare le spese per l’ente artistico che, solo per affitti e bollette delle tre sedi complessive, ammontano annualmente a oltre 300mila euro.
A spingere verso il baratro l’Accademia sono, più che gli altri, i costi di gestione e locazione dei locali di via Reclusorio del lume. Dove si svolgono le lezioni. Ad assegnarli all’Accademia era stato il tribunale di Catania, oltre una decina di anni fa. «Non è mai stata una sede del tutto adeguata – dice Di Nuovo – Manca persino il riscaldamento. Finché era gratis, però, andava bene». Ma da gennaio 2015 pagare le rate e le spese tocca all’Accademia. Per una cifra che supera i 150mila euro solo per quella struttura. «Tutti i nostri introiti servono a coprire queste spese, e non resta nulla per iniziative artistiche, stampa di libri e altre attività importanti per la nostra immagine». A peggiorare il tutto pure il taglio dei finanziamenti della Regione: «Settantamila euro in meno».
Per mantenere il bilancio in ordine, quest’anno, l’Accademia ha
aumentato le tasse a carico dei circa 1800 tra studentesse e studenti. «Una soluzione che mi amareggia molto – commenta Di Nuovo a MeridioNews – perché non corrisponde a un miglioramento dei servizi offerti, come sarebbe giusto che fosse». L’incremento, stimato tra il cinque e l’otto per cento a seconda del reddito, varrà circa 50mila euro in più nella casella entrate. Una somma comunque insufficiente a garantire la continuità, almeno a lungo termine. E se la situazione non cambierà i servizi, finora garantiti, «dovranno essere tagliati per fare quadrare i conti», afferma il direttore amministrativo Salvo Blancato. Il passo successivo sarebbe poi «presentare i libri in tribunale e dichiarare fallimento», riprende Di Nuovo.
Di recente gli studenti e le studentesse sono stati impegnati in numerosi progetti per la città, come il restauro della fontana dell’Amenano e la creazione di alcune opere d’arte per la riqualificazione urbana. Ed è al Comune, e in particolare al sindaco Enzo Bianco, che l’Accademia chiede aiuto per trovare un’alternativa al rimanere in via Reclusorio del lume, così da trasferirsi e non dovere più pagare spese insostenibili. «Ci è stata promessa una nuova sede, ma ancora non è stata neppure individuata». In un primo momento avrebbe dovuto essere uno stabile in viale Africa, lo stesso che però è stato distrutto dalle fiamme in estate. Si pensa adesso ai locali di una scuola dismessa, non ancora individuata. «È già passato un anno – lamenta Di Nuovo – Serve una soluzione in tempi brevi e certi».