Sulla facciata della cabina da dove è stato azionato il telecomando per la strage del '92 un innamorato aveva scritto: «Sei la mia vita». Immediate le reazioni di indignazione dei cittadini e l'intervento dell'Amap che ha cancellato a proprie spese l'incauta dichiarazione d'amore
Ripulita la casina simbolo dell’antimafia Addiopizzo: «Una storia triste a lieto fine»
La casina No Mafia, simbolo della lotta a Cosa nostra a Capaci, è stata ripulita. Qualche giorno fa Dario Riccobono, portavoce dell’associazione Addiopizzo, aveva fatto l’amara sorpresa. «Sei la mia vita» aveva scritto un innamorato sulla parete della cabina da cui Giovanni Brusca nel 1992 azionò l’esplosivo che uccise il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta. «Abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di indignazione e l’invito a ripulirla – aveva scritto sul suo profilo Facebook Dario Riccobono –. Andremo tutti insieme entro la fine della settimana». La famosa scritta No Mafia campeggia da anni sulla facciata della casetta proprio grazie all’azione del comitato. «È stato uno shock – spiega – ci rechiamo spessissimo in quel luogo di riscatto per i siciliani. Mi trovavo lì con una coppia di amici che stavano lavorando per un documentario sulla stagione delle stragi».
La cabina è di proprietà dell’Amap, così gli operai si sono mobilitati tempestivamente per coprire la dichiarazione d’amore dell’incauto amante, anticipando lo stesso comitato antiracket che per sabato prossimo aveva organizzato una manifestazione. «Tra i cittadini indignati – spiega ancora Riccobono – era scattata una gara per ripulirla e questo ha spinto l’Amap a sistemare quanto prima la facciata. Hanno capito la gravità del gesto e l’importanza di quel simbolo. Si sono anche fatti carico delle spese che, viceversa, sarebbero spettate a noi». Oltre a ringraziare l’Amap, Riccobono esprime la propria riconoscenza nei confronti di tutti i cittadini. «Una storia triste ma con un finale positivo, perché ha messo in moto una comunità. Sarebbe bello vedere questa comunità continuamente attenta a questi fatti e in movimento anche per cose un po’ più importanti. Ho visto molto sdegno – conclude il portavoce dell’associazione – soprattutto nei giovanissimi abitanti di Isola delle Femmine e di Capaci».