Le abitazioni sulla collina del disonore sono state costruite da una società in mano alla mafia del gruppo Gardini-Ferruzzi. Per questo erano state confiscate. Le famiglie che saranno risarcite, avevano comprato le ville e avevano perso la proprietà quando nel 2001 è arrivata la sentenza definitiva della confisca al culmine di un procedimento cominciato nel 1997
Pizzo Sella, la sentenza della Cassazione Condannato il comune di Palermo
La sezione civile della Cassazione ha stabilito che il comune di Palermo dovrà risarcire i danni – da quantificare in un giudizio separato – ai proprietari delle ville di Pizzo Sella, il promontorio che si affaccia sul golfo di Mondello, devastato dalle costruzioni. Da qui la definizione collina del disonore.
Le abitazioni, abusive secondo l’accusa,inoltre sono state costruite da una società in mano alla mafia del gruppo Gardini-Ferruzzi. Per questo erano state confiscate. Le famiglie che avevano comprato le ville ne avevano perso quindi la proprietà quando nel 2001 è arrivata la sentenza definitiva della confisca al culmine di un procedimento cominciato nel 1997.
I proprietari estromessi, assistiti dall’avvocato Giorgio Ganci, avevano però sostenuto di avere acquistato i beni in buona fede. Tanto che il Comune aveva rilasciato le licenze edilizie e quelle di abitabilità. A questo punto ha preso le mosse una controversia in sede civile. Nel 2004 la prima sentenza del tribunale di Palermo, confermata in appello nel 2010, ha condannato il Comune perché non aveva verificato la regolarità delle costruzioni prima di rilasciare le concessioni e dare via libera agli atti di compravendita. Nel 2012 intanto la Cassazione aveva definitivamente annullato le confische e restituito le ville ai proprietari. Ora la stessa Cassazione, in sede civile, ha confermato la condanna del Comune al risarcimento per danni allo stato “non quantificabili”. Saranno determinati in un giudizio che potrà eventualmente essere promosse.
«Questa sentenza – dice l’avvocato Ganci – è per noi un grande risultato, che purtroppo arriva dopo tanti anni. Viene finalmente riconosciuta la buonafede di chi aveva acquistato gli immobili. Sin dall’inizio si poteva evitare questo calvario giudiziario e mediatico se il Comune avesse fatto le cose per bene». I nuclei familiari interessati sono dodici, 27 le persone che avevano presentato ricorso.
Pizzo Sella è classificata dal Piano regolatore di Palermo come un’area boschiva protetta a rischio geologico, ma nel 1978 erano state rilasciate 314 concessioni alla Sicilcalce spa, una società che faceva capo a Andrea Notaro cognato di Michele Greco. Il progetto era stato rilevato poi dalla “Calcestruzzi” di Gardini e Ferruzzi, incappata nelle confische per infiltrazioni mafiose, che aveva ottenuto anche un mutuo di 36 miliardi di lire per completare le prime villette: in tutto 170 di cui 59 risultano abitate. Altre strutture sono rimaste incomplete perché appartenevano a società poi fallite.