All'indomani delle minacce di morte rivolte alla famiglia che vive nella storica dimora in via dei Biscottai, le porte dell'edificio restano chiuse. Nessuna visita al palazzo in occasione de Le Vie dei Tesori. Bernardo Tortorici di Raffadali: «Sbagliato lasciarsi intimidire»
Contessa Federico: «Non apriremo, serve più vigilanza» Associazione amici dei musei: «Pessima fotografia»
«Restiamo chiusi». Sono passate poco più di 48 ore dalla notizia delle minacce di morte ricevute dalla famiglia Federico e l’omonima storica dimora in via dei Biscottai a Palermo resta off limits. Da circa un mese si sono susseguiti numerosi tentativi di intrusione, in particolare da parte di un uomo, la cui immagine, estrapolata dai video delle telecamere di sicurezza, è oggi appesa all’ingresso del palazzo.
Alla vigilia de Le Vie dei Tesori, la manifestazione che prevedeva tra le altre visite un tour all’interno dello storico edificio, i conti Federico hanno deciso di «rinchiudersi nella torre». «Occorre fare chiarezza – dice a MeridioNews la contessa Alwine Federico -. Non ho mai cambiato idea circa l’apertura, nemmeno una volta. Procederemo per le vie legali se è il caso. I giornalisti hanno scritto i loro articoli senza sentirmi, facendomi apparire come la persona che non sono. Oltre ad essere molto offensivo, tale comportamento è dannoso per la mia immagine e quella del palazzo. Non cercavo visibilità».
Il malvivente che ha tentato di entrare a palazzo, danneggiando visibilmente il portone, ha successivamente mimato un gesto, tagliare la gola, guardando in direzione delle telecamere di sicurezza. Ancora stravolta per l’esperienza, la contessa si dice costretta a rinunciare al progetto. «Mi hanno minacciata guardandomi negli occhi attraverso la telecamera – afferma -. Quel gesto era rivolto a me e a tutti gli abitanti del palazzo, non posso aderire a nessuna iniziativa». Il palazzo, di cui alcune parti risalgono al XII secolo, è ancora oggi abitato dal conte Alessandro Federico e dai suoi familiari e si trova in un’area del centro storico nella quale si registrano diversi episodi di criminalità. «Abbiamo fatto sei denunce – spiega la contessa -, non faccio ipotesi sul perché di tanto accanimento nei confronti del palazzo e di tutta la via dei Biscottai che è diventata luogo di furti, tentativi di effrazione e minacce. Le istituzioni dovrebbero manifestare più interesse nel salvaguardare la città nella sua totalità. Vorremmo una maggiore vigilanza».
Per il presidente dell’associazione Amici dei musei siciliani, Bernardo Tortorici di Raffadali, la situazione generale del centro storico di Palermo è migliorata. «Per quanto comprenda il turbamento della famiglia a fronte di un pericolo reale, trovo sbagliato lasciarsi intimidire – sostiene -. Le porte chiuse di Palazzo Conte Federico sono una pessima fotografia di una Palermo paurosa e soccombente. Bisognerebbe reagire e aprire con il sostegno della vigilanza. Anche i miei monumenti subiscono danni da parte di ragazzini o balordi – continua – ma qui c’entrano le forze dell’ordine, che latitano perché senza flagranza di reato non possono intervenire. Allora la prevenzione come si fa? Bisogna incrementare la presenza di uomini, per far capire a chi appartiene un territorio».