L’ipotesi Blutec, la newco del gruppo metalmeccanico Metec che avrebbe dovuto rilevare la fabbrica e far ripartire la produzione entro l’anno sembra ormai definitivamente tramontata. Lunedì è saltato l'incontro al Mise per fare il punto sul futuro del sito e la nuova convocazione attesa per ieri sera non è mai arrivata. Mastrosimone (Fiom): «Pessimo segnale». Intnto è ripartita la macchina della mobilitazione.
Nubi nere su Termini Imerese, tute blu in assemblea Al palo rilancio, spettro licenziamento fa paura
Lo spettro del licenziamento adesso sembra davvero più concreto. Nubi nere si addensano sul futuro dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. L’ipotesi Blutec, la newco del gruppo metalmeccanico Metec che, secondo un accordo siglato lo scorso dicembre con governo e sindacati, avrebbe dovuto rilevare la fabbrica e far ripartire la produzione entro l’anno, contando anche sui 290 milioni stanziati da Stato e Regione, sembra ormai definitivamente tramontata. Un progetto naufragato a causa delle difficoltà finanziarie della società di Roberto Ginatta, che si era impegnata ad assorbire via via tutti i lavoratori del sito. Dopo il versamento iniziale di 6 milioni di euro, infatti, la newco non avrebbe dato seguito agli altri impegni che prevedevano entro lo scorso 30 marzo il versamento di altri 18 milioni di euro di capitale sociale per raggiungere i 100 milioni nel primo semestre 2015.
Così quella che avrebbe dovuto essere l’ancora di salvataggio per le oltre 700 tute blu di Termini Imerese, per le quali a fine mese scade la cassa integrazione, si è rivelata l’ennesima delusione. A certificare il naufragio del progetto ci sarebbe la mancata convocazione lo scorso lunedì del tavolo convocato al Mise dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti proprio per fare il punto sulla vertenza Termini Imerese.
Una fumata nera a cui si aggiunge l’ultimo nulla di fatto. La nuova convocazione al ministero dello Sviluppo economico era attesa entro ieri sera, ma non è mai arrivata. «Un pessimo segnale» dice il leader della Fiom Sicilia, Roberto Mastrosimone. Perché il vertice sarebbe servito per indicare l’exit strategy per il post Blutec. Un copione già visto a Termini Imerese dopo i dietrofront di Dr Motors e Grifa, ma che adesso rischia di diventare drammatico non solo per i 700 operai dello stabilimento per i quali il primo ottobre in assenza di una soluzione la prospettiva è quella del licenziamento, ma anche per i lavoratori dell’indotto da giugno senza alcun paracadute sociale. Da venerdì scorso intanto la macchina della mobilitazione è già accesa con i lavoratori in stato di agitazione.
«Ci angoscia il nuovo stato di incertezza sulla vertenza Blutec – avevano detto nei giorni scorsi Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl Palermo Trapani, e Giovanni Scavuzzo componente segreteria Fim Cisl – e troviamo assurdo che dal ministero allo Sviluppo economico, dalla Regione siciliana, non ci sia un chiarimento sullo stato della reindustrializzazione della zona». Per Daniela De Luca, «bisogna trovare subito una soluzione, dopo tanti anni di attese, delusioni, annunci a vuoto, le tute blu di Termini sono davvero esauste, non è più tempo di rinvii». Stamani le tute blu torneranno a riunirsi in assemblea davanti al municipio in attesa di una convocazione da Roma. «Se non arriva non potremo che mobilitarci di nuovo» conclude amaro Mastrosimone.