Santa Rosalia, Palermo onora la Santuzza L’acchianata a Monte Pellegrino nel nome dei migranti

Palermo onora la Santuzza e lo fa, come ogni quattro settembre il giorno della sua morte, con “l’acchianata“, l’ascesa al santuario di Monte Pellegrino, dove vengono custodite le reliquie di Santa Rosalia, la Patrona della città morta nel 1160 all’età di 35 anni. Un giorno in cui la città, in segno di devozione e fede, la celebra affrontando l’antico percorso che, lungo il fianco del monte, porta al santuario dove, il 15 luglio del 1624, furono ritrovate le sue ossa e la leggenda vuole che Palermo fu liberata dalla peste. Un momento di riflessione e devozione popolare, un rito che si ripete ogni anno, e travalica le culture, i popoli e le religioni e unisce cristiani e induisti, fianco a fianco, in cammino già la notte del tre settembre. Da soli o in compagnia, in preghiera o in silenzio, in bici o a piedi nudi, scalzi. Tutti con una richiesta, un messaggio che sarà affidato alla Santa e verrà custodito nel silenzio della grotta.

Come ogni anno, anche stamani è stata officiata la Santa Messa, a cui preso parte, tra gli altri, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «È stato un nuovo momento emozionante – ha commentato – condiviso con i tantissimi palermitani presenti. Voglio ringraziare il cardinale Romeo per aver sottolineato nel corso della sua omelia, in questo drammatico momento storico, come Palermo sia luogo di accoglienza dei tantissimi migranti, rafforzando autorevolmente anche l’esigenza di vere azioni di sostegno ai nostri fratelli più disagiati, sottolineando, anche, il sacrificio dei giovani costretti a lasciare la propria terra in cerca di un lavoro e di un futuro migliore».

Durante la funzione, i missionari Comboniani al momento dell’offertorio hanno donato una croce realizzata con i legni dei barconi con su affisse alcune delle barchette simbolo del momento di preghiera dinnanzi all’entrata del porto di martedì scorso. Un momento di ricordo preceduto da prima dell’inizio della funzione religiosa dall’affissione di alcuni striscioni con i nomi delle oltre 23mila migranti vittime delle tragedie dell’immigrazione. Tra i presenti alla Santa Messa, anche il sindaco di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore, che ha portato come dono l’immagine dell’Eremo della Quisquina di Santa Rosalia.


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