Il deputato del Pd rimane al suo posto. L'aula, su proposta del capogruppo democratico Cracolici, ha detto no alle dimissioni. A mancare è stato solo un voto. Ma lui insiste: «Sono loro che devono uscire. Mie dimissioni irrevocabili»
L’Ars respinge le dimissioni di Ferrandelli «Non rientro nel Grande fratello, al voto»
Fabrizio Ferrandelli rimane un deputato dell’Ars. L’Assemblea ha respinto le dimissioni presentate dal politico del Pd, annunciate in aperto dissenso con la linea del suo partito dopo la bufera che ha colpito il presidente della Regione Rosario Crocetta. «Non rientro nella casa del Grande Fratello. Sono loro che devono uscire. Mie dimissioni irrevocabili. A casa, al voto», è stato il primo commento di Ferrandelli, affidato a Twitter.
Oggi in aula erano presenti 48 deputati (su novanta). I voti favorevoli alle dimissioni sono stati 24, uno in meno della maggioranza necessaria. Venti i contrari, quattro gli astenuti. Era stato il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici a chiedere il voto dell’Ars e a invitare gli altri parlamentari regionali a votare no. «Stiamo attraversando una fase politica complessa – aveva affermato – nella quale servono scelte condivise: bisogna evitare fughe in avanti ed egoismi mediatici, bisogna far prevalere le ragioni del noi rispetto alla voglia di esposizione dell’io».
L’aula gli ha dato ragione, evitando al Pd un’altra possibile grana. A sostituire Ferrandelli sarebbe probabilmente stato Francesco Riggio, avvocato palermitano, già presidente dell’ente formativo Ciapi e arrestato nell’ambito di uno dei filoni d’inchiesta sulla formazione professionale in Sicilia. Ferrandelli chiede da tempo le dimissioni di Crocetta e ha da pochi giorni ufficializzato la nascita di un movimento, I coraggiosi, che mira a rottamare la classe dirigente del Partito democratico siciliano.