La nave Marianne arriverà al porto il prossimo 15 giugno e si fermerà due giorni. Le donne che vivono in quel territorio hanno chiesto che venga realizzata una casa rifugio con sostegno psicologico per se stesse e per i loro bambini. Segnali questi, che qualcosa sta cambiando. Che qualcosa forse si è rotto in quel “circuito culturale” in cui vivono
Approda a Palermo la Freedom Flotilla «Le donne di Gaza hanno bisogno di noi»
Purtroppo si sa, la *Freedom Flotilla non può arrivare a Gaza e di certo non potrà farlo finché ci sarà il blocco militare. Quindi non rimane che portare avanti azioni simboliche e soprattutto politiche e trovare il modo per potere entrare in quel territorio, in punta di piedi, con il massimo del rispetto per una cultura che non ci appartiene, ma nel sacrosanto dovere di fare qualcosa per chi ha lanciato una richiesta di aiuto: le donne di Gaza. Hanno chiesto che venga realizzata una casa rifugio con sostegno psicologico per se stesse e per i loro bambini, una struttura a cui potersi rivolgere nei casi di violenza familiare. Segnali questi, che qualcosa sta cambiando. Che qualcosa forse si è rotto in quel “circuito culturale” in cui queste donne vivono.
Palermo ha deciso di non stare a guardare e non è un caso infatti che dopo la Spagna, Marianne, prima barca della Freedom Flotilla III, farà tappa nel capoluogo per poi proseguire per Messina, uniche tappe italiane. Grazie alla partecipazione attiva del Coordinamento di Solidarietà con la Palestina di Palermo, la nave, approderà il prossimo 15 giugno e si fermerà due giorni. Non si sa ancora a che ora, «Purtroppo durante queste lunghe traversate non si sa mai cosa può succedere – dice a MeridioNews Alessandra Notarbartolo ricordando l’assalto israeliano alla Freedom Flotilla, del 2010 in cui morirono 9 volontari -. Da Palermo partirà l’attivista internazionale Claudio Tamagnini e invece da Messina è stata data la disponibilità dal sindaco Accorinti. Quello che possiamo fare noi è intanto sensibilizzare sulla questione, portando più gente possibile al porto per evadere la nave e parlare con chi si occupa di queste missioni e che non sono solo umanitarie».
Ma c’è anche altro che si sta cercando di fare, ovvero tentare di sfruttare un canale già aperto a Gaza, con un’altra associazione. «Esiste la Mezzaluna Rossa Palestinese che ha sede proprio lì – spiega ancora Notarbartolo -. Il tentativo è quello di creare una collaborazione tra la coordinatrice italiana della Fredom Flottilla, Paola Mandato, e la direttora della “casa delle risorse di genere”. Sarebbe importante creare un progetto, nel massimo rispetto della cultura di queste donne. Abbiamo il dovere di aiutarle. Ancora non sappiamo come, in concreto, proprio per le difficoltà oggettive nel raggiungerle, è vero, ma per noi questo è un inizio, un punto di partenza. Quelle donne tendono la mano e c’è un motivo se lo fanno, vuol dire che forse qualcosa sta saltando. Ricordiamoci che questa missione ha uno scopo politico importantissimo, che è la riapertura del porto di Gaza. In supporto abbiamo scritto un manifesto e stiamo raccogliendo le firme, poi lo consegneremo al comandante della nave. Chi vuole firmarlo può farlo al momento on line sulla pagina Fb creata per giorno 15. Un manifesto che ci auguriamo venga condiviso da tutte le donne siciliane».
Donne di Palermo per le donne di Gaza è il nome del comitato spontaneo nato in sostegno dell’iniziativa e di tutte quelle che arriveranno in seguito. Un ponte, dalle donne siciliane alle donne d’oltremare.
Leggi il Manifesto delle Donne di Palermo per le donne di Gaza
*Freedom Flotilla Italia è parte della coalizione internazionale della Freedom Flotilla (FFC) che è un network internazionale di persone appartenenti a campagne di base che organizzano e sostengono azioni dirette non violente per sfidare, al fine di farlo cessare, il blocco israeliano di Gaza via mare. (Leggi di più…)