Secondo indiscrezioni, la consigliera comunale potrebbe dire addio al movimento fondato da Orlando. Per approdare al Partito democratico. Una decisione, che non ha ancora il sigillo dell'ufficialità, ma che ha suscitato la dura reazione del capogruppo di Movimento 139: «Si dimetta da vicepresidente vicario del Consiglio per coerenza e serietà politica». La diretta interessata: «Dichiarazioni che suonano come una velata minaccia»
Mov139 perde pezzi, Spallitta verso Pd «Parole Scavone? Scorrette, una caduta di stile»
L’ufficialità ancora non c’è. Le polemiche, invece, sì. Nadia Spallitta, vicepresidente del Consiglio comunale di Palermo, eletta alle amministrative del 2012 tra le fila di Idv e approdata poi a Mov139, potrebbe dire addio al movimento fondato dal sindaco Leoluca Orlando, dopo la scissione con i dipietristi. Un “divorzio”, a cui seguirebbe una nuova luna di miele questa volta con il Pd. L’approdo tra le fila dei dem potrebbe essere imminente, ma non ha ancora il sigillo dell’ufficialità. Almeno della diretta interessata. Perché a leggere le dichiarazioni dei colleghi di gruppo il passaggio sarebbe cosa fatta. A tal punto da spingere Juan Diego Catalano e il capogruppo di Mov139 a sala delle Lapidi, Aurelio Scavone, a chiedere le dimissioni di Spallitta dalla carica di vicepresidente vicario del Consiglio comunale.
«Ora sarebbe politicamente opportuno aprire un ragionamento» sulla questione, dice Catalano, perché la consigliera Spallitta «è stata eletta a questa carica con i voti della sola maggioranza, proprio quella maggioranza che si appresta a lasciare». Scavone è ancora più chiaro. «Adesso ci aspettiamo un passaggio conseguenziale: le sue dimissioni da vice presidente vicario. Altrimenti ci troverebbe costretti ad un passaggio d’aula per verificarne una eventuale fiducia». Perché, ricorda il capogruppo, Spallitta in quella carica «è stata voluta e votata dal gruppo (di maggioranza relativa) Movimento 139, i cui voti sono stati determinanti per la sua elezione».
La conseguenza di un suo addio al soggetto politico che in Consiglio appoggia il sindaco è chiara. «Con tale passaggio risulta evidente che viene a cadere quella fiducia che il gruppo riponeva nella carica istituzionale da lei ricoperta». Di più. Si tratta di «un gesto istituzionalmente corretto», una scelta a cui, «a mio avviso, nessun consigliere comunale può sottrarsi, per coerenza e serietà politica».
Parole che non sono piaciute affatto alla consigliera, che le bolla senza mezzi termini come «un comportamento poco corretto» e «una fuga in avanti che vivo male», anche perché «non ho attivato alcun passaggio istituzionale». Nè con il partito di Renzi, né con il soggetto politico fondato dal sindaco. «Quando e se passerò al Pd lo comunicherò io e con un nota ufficiale, spiegando, se necessario, le ragioni che mi hanno spinto a questa decisione». Quella di oggi dei consiglieri comunali è al contrario «una caduta di stile, che nulla ha a che vedere con la buona politica e con la lealtà e correttezza nei rapporti tra colleghi». E le dimissioni da vice presidente del Consiglio comunale? «Sono stata eletta dai cittadini e non vorrei che fosse una velata minaccia, meglio un tentativo di condizionare le mie scelte» replica asciutta, ricordando poi che «quando altri esponenti del gruppo Mov139 sono fuoriusciti dalla maggioranza, pur essendo stati eletti presidenti di commissioni importanti, non sono stati oggetto di sfiducia» .
«Al momento non ho lasciato il gruppo – aggiunge – e non ho fatto nessun passaggio formale». I “malesseri”, infatti, sarebbero stati espressi durante una riunione di gruppo, durante la quale Spallitta avrebbe annunciato l’intenzione di passare al Pd. Un partito, con cui, spiega la diretta interessata, «mi sono trovata spesso in questi mesi sulla stessa lunghezza d’onda». «Non rinnego nulla della mia esperienza dentro Mov 139 – spiega – e non ho mai avuto un partito di riferimento. Penso, però, che per fare un ragionamento su come costruire qualcosa per questa città sia necessario avere un’interlocuzione con un partito che abbia un forte radicamento regionale e nazionale, che Mov139 non ha essendo una realtà locale». L’amore è finito, ma la parola fine ancora non ha il sigillo dell’ufficialità.