Stalking mafioso per vendicare il figlio La Polizia arresta un uomo di 54 anni

Sguardi, allusioni e minacce in puro stile mafioso. Calogero Di Majo, 54 anni, non aveva gradito l’arresto del figlio, Massimiliano, condannato a 16 anni di reclusione, per aver fatto parte di un branco che aveva preso a martellate un commerciante. Così l’8 agosto del 2014 appena uscito dal carcere – dove era recluso per altre ragioni -, il 54enne, sottoposto a sorveglianza speciale, non aveva perso tempo. La vendetta nei confronti del negoziante aggredito, che con la sua testimonianza aveva incastrato il figlio, non si è fatta attendere.

Una serrata pressione psicologica fatta di sguardi, minacce, appostamenti e persino blitz improvvisi nei pressi dell’esercizio commerciale. Neppure alcuni parenti della vittima sono riusciti a sottrarsi alla rabbia dell’uomo, per il quale ogni occasione, anche il fortuito incontro all’interno di un supermercato, diventava propizio per rivolgere intimidazioni e propositi di vendetta. Un comportamento che gli è costato l’arresto. I poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo hanno così dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal gip, Ettorina Contino, su richiesta dei pubblici ministeri, Francesco Del Bene, Amelia Luise e Gianluca De Leo. L’accusa per Calogero Di Majo è di stalking, aggravato dal metodo mafioso ed inosservanza del provvedimento della sorveglianza speciale. Si tratta del primo caso a Palermo.

La vicenda è l’inquietante appendice di un episodio di cronaca datato 2 novembre 2013, quando il titolare di un negozio di tendaggi, nel quartiere Noce, fu picchiato selvaggiamente a martellate per aver denunciato i propri estorsori. Un raid punitivo ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. La polizia un mese dopo, il 10 dicembre, individuò il branco, di cui faceva parte Massimiliano Di Majo, figlio di Calogero, condannato a 16 anni di reclusione. Il blitz, denominato Agrìon, decapitò i vertici del mandamento mafioso della Noce, nel cuore del quale si era verificato il pestaggio, ricostruendo il movente di tanta rabbia. Adesso per il padre si sono nuovamente spalancate le porte del carcere 


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Nel novembre del 2013 un violento pestaggio ai danni di un imprenditore, che con la sua denuncia fece arrestare uno dei componenti del branco, Massimiliano Di Majo. Il padre ha deciso così di perseguitare la vittima della brutale aggressione. Una pressione psicologica fatta di sguardi, allusioni, minacce e persino blitz improvvisi. Adesso anche per lui si sono spalancate le porte della casa circondariale. Guarda il video dell'aggressione

Nel novembre del 2013 un violento pestaggio ai danni di un imprenditore, che con la sua denuncia fece arrestare uno dei componenti del branco, Massimiliano Di Majo. Il padre ha deciso così di perseguitare la vittima della brutale aggressione. Una pressione psicologica fatta di sguardi, allusioni, minacce e persino blitz improvvisi. Adesso anche per lui si sono spalancate le porte della casa circondariale. Guarda il video dell'aggressione

Nel novembre del 2013 un violento pestaggio ai danni di un imprenditore, che con la sua denuncia fece arrestare uno dei componenti del branco, Massimiliano Di Majo. Il padre ha deciso così di perseguitare la vittima della brutale aggressione. Una pressione psicologica fatta di sguardi, allusioni, minacce e persino blitz improvvisi. Adesso anche per lui si sono spalancate le porte della casa circondariale. Guarda il video dell'aggressione

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