C’è una piccola rivoluzione, anche economica, dietro il progetto di vendere le case a un euro in Sicilia. Ci sono territori sconosciuti che sono diventati noti e borghi remoti dell’Isola che si sono trasformati in succursali di vari Stati del mondo. Una pratica di resistenza all’erosione dello spopolamento, ideata dall’allora sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, che […]
Case a un euro in Sicilia: «Nato per ripopolare, il progetto ha portato anche lavoro»
C’è una piccola rivoluzione, anche economica, dietro il progetto di vendere le case a un euro in Sicilia. Ci sono territori sconosciuti che sono diventati noti e borghi remoti dell’Isola che si sono trasformati in succursali di vari Stati del mondo. Una pratica di resistenza all’erosione dello spopolamento, ideata dall’allora sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, che ha portato in Sicilia perfino lavoro.
Il modello di Troina

A Troina, cittadina dell’Ennese che conta poco più di 8400 residenti, con il progetto delle case a un euro sono già state effettuate 25 compravendite in tre anni. «Il centro storico si è ripopolato», racconta a MeridioNews il sindaco Alfio Giachino. E, adesso, pullula di persone arrivate soprattutto dagli Stati Uniti, dall’Australia, da Malta e dalla Polonia. «Qualcuno, inizialmente – sottolinea il primo cittadino – aveva in mente di fare una residenza secondaria. Ma, dopo il primo soggiorno, per molti nuclei familiari quella acquistata a un euro è diventata la prima casa». Nuovi arrivi accolti molto bene dalla comunità locale. «Non solo per un diffuso senso di accoglienza – sottolinea Giachino – ma anche perché il loro arrivo ha portato lavoro». E su più fronti.
La start-up per le case a un euro
«Le ditte che si occupano delle ristrutturazioni delle case vendute al prezzo simbolico di un euro – fa notare il sindaco – sono tutte locali. Nuova linfa per il settore dell’edilizia che qui , come altrove, ha vissuto periodi di crisi». Così, in poco tempo, si è risvegliata l’economia di un territorio a rischio spopolamento. E non solo così. Il progetto delle case a un euro, inoltre, a Troina ha portato anche una ventata di nuove possibilità lavorative. «Per fare la differenza – spiega Giachino – abbiamo creato una start-up di giovani professionisti locali a cui abbiamo affidato la gestione del progetto».
Attraverso un contratto di collaborazione con il Comune di Troina, la start-up si prende cura dell’acquirente dal momento del primo contatto fino alla firma dell’atto di vendita. «Supporto, consulenza, disbrigo pratiche, perfino un interprete», ci tiene a sottolineare il sindaco. A Troina, insomma, quello delle case a un euro non è solo un progetto immobiliare. «Proponiamo un modello di vita: più lento, in cui si può ancora apprezzare la bellezza della natura e – conclude Giachino – della dimensione del contatto umano».
Dalla casa all’impresa: la scommessa di Montevago

Nel piccolo borgo dell’Agrigentino, che non arriva a 2700 abitanti, le case non si vendono (ancora) a un euro. «Non sono baracche abbandonate, ma strutture quasi chiavi in mano che è facile ristrutturare», precisa a MeridioNews la sindaca di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo. «Eravamo partiti dal bando per le imprese che, però, negli ultimi tre anni è andato deserto». Così, la prima cittadina ha pensato bene di cambiare l’ordine delle cose. «Eravamo partiti dall’intenzione di attrarre a Montevago – spiega la sindaca – imprenditori interessati ad aprire un’attività». Ma nulla da fare per tre anni di fila. «Così, invece, abbiamo deciso di puntare tutti sulla volontà di attrarre nuovi residenti».
Il mare a dieci minuti, le terme, le pinete e i boschi nei dintorni di Montevago hanno fatto il resto. «Due giovani palermitani, con due bambini, si sono trasferiti e sono venuti a presentarsi da me in Municipio», racconta la sindaca. Poco dopo a Montevago sono arrivate, per restare, una famiglia tedesca e una coppia di inglesi che, dopo molte vacanze, nel borgo dell’Agrigentino ha deciso di passarci la pensione. E, così, di richieste per avere le case a costi agevolati (sui 30mila euro circa), ne sono arrivate 45 in poco tempo. «E, in questo modo, abbiamo fatto ripartire pure il bando per le imprese perché – ne è certa La Rocca Ruvolo – adesso il nostro territorio è decisamente più attrattivo».