«Il nostro motto, da sempre, è Reduce, reuse, recycle (ovvero Riduci, riutilizza, ricicla, ndr)». Sono le tre R della sostenibilità e dell’economia circolare a orientare la mission di Repack. L’azienda – con sede a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa – che cuce su misura imballaggi, per ogni tipo di prodotto, cento per cento […]
L’azienda siciliana che cuce imballaggi di cartone: «Il packaging può essere sostenibile»
«Il nostro motto, da sempre, è Reduce, reuse, recycle (ovvero Riduci, riutilizza, ricicla, ndr)». Sono le tre R della sostenibilità e dell’economia circolare a orientare la mission di Repack. L’azienda – con sede a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa – che cuce su misura imballaggi, per ogni tipo di prodotto, cento per cento in cartone. «Un materiale ecologico, compostabile e riciclabile – spiega a MeridioNews Erika Fichera, responsabile di Repack – che garantisce la sicurezza e l’igienicità dei prodotti contenuti all’interno, senza tralasciare l’attenzione a un basso impatto ambientale e alla riduzione dei rifiuti post consumo». L’azienda siciliana – che esporta in tutta Italia – ha insomma trasformato il packaging da elemento inquinante a sostenibile.

Dalle vaschette per l’ortofrutta al paper food delivery (cioè i contenitori in cui trasportare il cibo da asporto o per le consegne a domicilio), fino a fustellati e scatole di ogni forma e misura. Che sia microonda o teso, l’unico materiale utilizzato è il cartone. «Partendo dalla ricerca dei materiali celluloidi di alta qualità per uso alimentare, ma più ecologici e riciclabili – dice Fichera – pensiamo alla progettazione tecnica e grafica più adatta, di volta in volta, alle esigenze del nostro cliente e, solo dopo avere trovato l’imballaggio perfetto per il prodotto, passiamo alla produzione con tecnologie di ultima generazione». Da Repack, in pratica, si lavora come in una sorta di sartoria contemporanea in cui, invece che vestiti, si cuciono imballaggi. We wear your business (Vestiamo il tuo business, ndr) è, infatti, il claim dell’azienda.
Degli imballaggi, del resto, è difficile potere fare a meno, ma si può evitare di utilizzare materiali non riciclabili o maggiormente inquinati (come, per esempio, la plastica). «Sappiamo che la nostra scelta etica – sottolinea la responsabile di Repack – ne permette molte altre guidate dallo stesso principio». Dalle aziende che devono confezionare i più svariati prodotti fino al consumatore finale che acquista poi al supermercato o in negozio. «Per produrre i nostri imballaggi biodegradabili – aggiunge – impieghiamo energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili prodotte dal nostro impianto fotovoltaico». E l’attenzione per l’ambiente da parte dell’azienda ragusana non si ferma qui. «Investiamo costantemente in tecnologie intelligenti che consentono l’ottimizzazione dei consumi energetici durante le fasi di produzione e riducono al minimo gli scarti».