Enrico Accardi, Salvatore Orfanelli e Salvatore Bruno hanno scritto una lettera 'drammatica e provocatoria' al sindaco Leoluca Orlando, al presidente Rosario Crocetta, al vicesindaco Emilio Arcuri e all’assessore Agnese Ciulla, comunicandogli di essere costretti a mettere ciascuno un rene in vendita 'per far fronte alle difficoltà delle loro famiglie'
«Mettiamo un rene in vendita» Appello disperato di tre operai
Un accorato appello di tre disoccupati edili da tre anni senza lavoro. Enrico Accardi, Salvatore Orfanelli e Salvatore Bruno hanno scritto una lettera ‘drammatica e provocatoria’ al sindaco Leoluca Orlando, al presidente Rosario Crocetta, al vicesindaco Emilio Arcuri e all’assessore Agnese Ciulla, comunicandogli di essere costretti a mettere ciascuno un rene in vendita ‘per far fronte alle difficoltà delle loro famiglie’.
Sono tre operai che fanno parte del gruppo di edili disoccupati della Fillea Cgil, un gruppo che in pochi anni ha visto salire il numero degli iscritti da 70 a 500 componenti. La Fillea Cgil da tempo organizza con i disoccupati proteste e manifestazioni e propone protocolli alle imprese e al Comune per assorbire disoccupati nei cantieri edili.
«Il livello di disperazione è alto – dichiara Giuseppe Guarcello, della Fillea Cgil di Palermo – . Molti di questi operai sono disoccupati da 3 o 4 anni, senza ammortizzatori sociali. Non chiedono assistenza, aspettano una risposta in termini occupazionali dai canteri che si devono aprire in città e che ancora non aprono. Non sono manovali, è tutto personale specializzato. Spesso hanno superato i 50 anni, col problema doppio dell’età e della disoccupazione. Comprendiamo lo stato d’animo dei lavoratori ed è chiaro che quando non si hanno più risposte si arriva a punte di esasperazione che mettono anche a rischio la propria incolumità fisica».
«Fanno parte – aggiunge Guarcello – di quel gruppo di disoccupati edili che staziona presso la Camera del Lavoro perché trova nel sindacato uno dei pochi punti di ascolto delle loro istanze ma anche perché provano vergogna a tornare a casa senza un salario per sfamare le loro famiglie. Molti sono stati sfrattati. Questa disperata richiesta d’aiuto la interpretiamo come un bisogno di riconoscimento della loro dignità di lavoratori. Occorre dare una risposta a questa crisi del settore edile, è un problema sociale che affligge la nostra Regione. Un anno fa abbiamo portato in piazza 7.500 disoccupati edili e il presidente della Regione non ha aperto le porte per ascoltarci». Dal 13 al 17 aprile la Fillea organizza una settimana di manifestazioni in tutta la Sicilia con articolazioni territoriali, che culmineranno con una iniziativa a Palermo.