Senza reddito di cittadinanza né formazione per trovare un lavoro. Nonostante i percorsi previsti ma mai davvero partiti. È la situazione di oltre 23mila persone in Sicilia: ex percettori della misura di sostegno governativa cancellata dal governo Meloni e soggetti fragili. Gli stessi che avrebbero dovuto accedere a corsi e attività sociali in convenzione con […]
Foto di Movimento 5 stelle Catania
Senza reddito di cittadinanza, né formazione prevista: 23mila siciliani in attesa. Cantone (M5s): «Servono soluzioni, non propaganda»
Senza reddito di cittadinanza né formazione per trovare un lavoro. Nonostante i percorsi previsti ma mai davvero partiti. È la situazione di oltre 23mila persone in Sicilia: ex percettori della misura di sostegno governativa cancellata dal governo Meloni e soggetti fragili. Gli stessi che avrebbero dovuto accedere a corsi e attività sociali in convenzione con gli enti locali, a volte con un’indennità prevista. Un modo per inserirsi nel mondo del lavoro che, però, è rimasto solo teoria. Se n’è discusso nel fine settimana a Catania, per analizzare i dati e chiedere risposte al governo, in un incontro pubblico organizzato dal Movimento 5 stelle, a cui hanno preso parte i deputati nazionali pentastellati Luciano Cantone e Dario Carotenuto, l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e il consigliere comunale etneo Graziano Bonaccorsi.
«In questo settore non funziona niente – dice, senza mezzi termini, Luciano Cantone – I centri per l’impiego non funzionano, così come non funzionano i decreti regionali per attivare i progetti utili alla collettività (Puc) e i percorsi di supporto per la formazione e il lavoro (Sfl)». Iniziative finanziate all’interno della misura del Reddito di cittadinanza, ma rimaste bloccate senza una spiegazione né una soluzione alternativa. «La maggior parte di queste persone è spaventata e prova vergogna a parlare della propria condizione – continua il deputato M5s – Eppure, oggi, la condizione di povertà è vissuta da 6 milioni di italiani, che in futuro potrebbero raddoppiare. La politica deve farsi carico di queste difficoltà per trovare soluzioni». Strumenti utili che, per i politici presenti all’incontro, non possono non passare dall’ascolto di chi questo sistema lo vive.
A partire dagli ex percettori, di varie fasce d’età e categoria sociale, ma anche dei lavoratori dei Centri per l’impiego e dei dipendenti regionali degli appositi uffici. «Perché anche loro sono in difficoltà e non sanno cosa comunicare ai cittadini – spiega Cantone. – Se tutte queste persone venissero ascoltate e si evitasse la propaganda sulla pelle di chi è più fragile, forse si potrebbero trovare delle soluzioni efficaci». Per questo, il Movimento 5 stelle siciliano annuncia altri incontri sui territori, per continuare a raccogliere testimonianze ed esperienze e provare a ricostruire il quadro del blocco di percorsi «fondamentali, se reali e davvero attivi – conclude Luciano Cantone – per rendere di nuovo queste persone inserite e utili alla comunità»