Secondo i deputati del movimento «L’aiuto dei cittadini porterà a scoprire parecchi altarini. Molti ci vedono come uno strumento di lotta al malaffare e sono portati ad aprirsi con noi. Per questo contiamo di avere risultati ben diversi da quelli dei siti istituzionali, che ci pare, per ora, non abbiano ottenuto granché»
On-line il sito anticorruzione del M5S Imposimato: «Per anni solo leggi finte»
Stop alle mazzette è lo slogan scelto per presentare il sito anticorruzione del M5S che sarà on-line da oggi. I cittadini potranno denunciare i casi di corruzione e le pratiche illecite nella sanità e nella pubblica amministrazione. Presenti alla conferenza stampa i parlamentari alla Camera Giulia Di Vita e Giulia Grillo e il deputato all’Ars Stefano Zito, oltre al magistrato Ferdinando Imposimato e Davide Del Monte, esponente di Transparency international.
L’indirizzo a cui si possono rivolgere i cittadini è www.segnalazioni5stelle.it, ma possono anche collegarsi attraverso il sito www.sicilia5stelle.it, che riporta il link, e compilare i campi web.
«In Italia la corruzione costa 70 milioni di euro l’anno – ha detto Imposimato -. Come ha denunciato l’Ue l’Italia è il Paese più corrotto del continente e la legislazione attuale è inadeguata per combatterla, anzi in alcuni casi la agevola. E per anni ho assistito a leggi finte per la lotta alla corruzione. Il Presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone – continua il magistrato – qualcosa la sta facendo ma ancora non si vedono gli effetti. Sul fronte dei grandi appalti, fino a questo momento Cantone ha semplicemente promesso e ha stimolato lo Stato a cambiare le leggi ma non c’è ancora riuscito. Fa un’opera di proposta ma non può incidere direttamente».
«E’ un po’ la risposta all’inazione di chi non ritiene le mazzette un fatto che desta allarme sociale – dicono i deputati – . L’aiuto dei cittadini porterà a scoprire parecchi altarini. Molti ci vedono come uno strumento di lotta al malaffare e sono portati ad aprirsi con noi. Per questo contiamo di avere risultati ben diversi da quelli dei siti istituzionali, che ci pare, per ora, non abbiano ottenuto granché».
«Gli ultimi episodi di cronaca e gli ultimi arresti in Sicilia –dice Stefano Zito– ci hanno convinto ad allargare il campo d’azione. La corruzione non è solo di tipo macro, come quella relativa alla spesa farmaceutica, ma è anche micro e si estrinseca nel dipendente infedele che chiede un telefonino nuovo o nella banconota da 100 euro per velocizzare una pratica. La corruzione potrebbe annidarsi anche nella mancata trasparenza delle pubbliche amministrazioni, nei bandi scritti male o cuciti su misura. I numeri – ha proseguito Zito – stanno diventando impressionanti, come testimonia un recente studio realizzato dall’università di Goteborg che vede la Sicilia quasi in fondo (148° posto su 172 regioni) in una classifica che piazza più in basso chi registra più episodi di corruzione». Secondo lo stesso studio ancora peggiore la situazione in sanità (159° posto su 172).