La Sicilia «stremata» scende in piazza 211mila posti di lavoro in fumo dal 2008

 E’ una Sicilia allo stremo quella in cui oggi sta andando in scena lo sciopero generale di Cgil e Uil (dieci città hanno risposto all’appello). Gli anni della crisi sono costati cari a una regione che già  in tema di occupazione scontava un gap col resto del paese.

Secondo i dati forniti dalla Cgil regionale, dal 2008 a oggi sono andati in fumo 211 mila posti di lavoro. Solo nel secondo trimestre del 2014 se ne sono persi 38 mila, 28 mila dei quali nei servizi. Il manifatturiero ha perduto il 40% della sua consistenza, gli investimenti sono calati del 15% e altrettanto i consumi. Da una regione con il 53,8% di giovani disoccupati e’ ripresa l’emigrazione con un ritmo di 12.500 persone l’anno. 

«Qui d’altronde, nonostante anche il numero impressionante di scoraggiati, quei 342 mila Neet, che non studiano né lavorano – dice il segretario generale della CgilSicilia, Michele Pagliaro, che terrà in mattinata il comizio a Siracusa – e a fronte delle politiche fallimentari del governo nazionale, la regione non e’ riuscita finora neanche a spendere i 342 milioni di euro di fondi europei disponibili per le politiche giovanili». 

Un quadro, insomma a tinte fosche, al quale si aggiungono i 70 mila disoccupati dell’edilizia, i 142 mila precari tra settori pubblici e privati, le migliaia di posti di lavoro in bilico, come quelli nei call center.

«E’ in questo contesto – dicono alla Cgil Sicilia- che il Jobs act interviene togliendo diritti, non creando lavoro ne’ risolvendo il problema del precariato. Mentre non si vede un barlume di politica per il Mezzogiorno che anzi – osserva Pagliaro- viene di continuo tartassato con scippi di risorse, l’ultimo quello dei fondi Pac con la legge di stabiltà, che sottrarrà alle regioni dell’obiettivo convergenza 3 miliardi”. E se si avesse qualche dubbio sulle tutele, basta guardare gli ammortizzatori sociali in deroga: lo Stato dara’ alla Sicilia 24 milioni (l’anno scorso ne ha attribuiti 90) quando serviranno, sempre secondo le stime della Cgil, 200 milioni Per il decreto Poletti, inoltre, verranno revocate almeno 5.000 mobilita’ in deroga». 

Concetti ribaditi dal segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che chiede «risposte concrete per i precari siciliani, per i lavoratori dei call center, dell’edilizia, dell’industria e per i nostri giovani che non posso avere come unica prospettiva la disoccupazione, l’emigrazione o l’assistenzialismo. Il Jobs act toglie tutele ma non crea occupazione aggiuntiva. Disegna un Paese che non cresce e aumenta le disuguaglianze. Per questo siamo in piazza per lo sciopero generale. E’ necessario cambiarlo. Renzi deve scegliere se ascoltare i lavoratori e chi li rappresenta, la parte sana del Paese, oppure se cercare il consenso nella Terra di Mezzo con l’assistenzialismo, la clientela e la corruzione». 

Ma a mobilitarsi non è solo il mondo del lavoro.  

«Più  di diecimila studenti stanno scendendo in piazza in Sicilia al fianco dei lavoratori, in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati Cgil». Lo rende noto l’ufficio stampa di Rete degli Studenti MediSicilia. «Già dalle 8 di stamattina i cortei e gli spezzoni studenteschi si riversavano nelle piazze, per rivendicare un sistema scuola in grado di coniugare istruzione e lavoro. Al grido ‘Costruiamo il futuro’, a Palermo, cosi’ come a Caltanissetta, Trapani, Modica, Ragusa, Agrigento, Siracusa e Messina, giovani e lavoratori, categorie che piu’ delle altre hanno risentito della devastante crisi trasversale che ha attraversato lo stivale, si oppongono alle politiche di questi anni, esclusive e incapaci di garantire diritti e tutele per tutti, dai ragazzi ai pensionati».

In sciopero anche i lavoratori delle compagnie aeree: 50 i voli cancellati da Ryanair negli scali siciliani di Catania, Palermo, Trapani e Comiso. Altre 17 le cancellazioni dell’Alitalia solo dallo scalo palermitano, 2 dalla Easyjet e altri 2 della compagnia spagnola Volotea.

Si fermano pure autobus, tram, scuole e i dipendenti dei caselli stradali. 

In tutto sono 54 le città italiane coinvolte. Con una adesione che secondo i sindacati supera il 70%.  Lo stesso dato si riflette in Sicilia. 


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