Villa Fazio, i gestori rispondono alle critiche Barbarossa: «Le assemblee pubbliche fatele qui»

«A Villa Fazio siamo aperti a tutti, senza nessuna preclusione ideologica o di qualsiasi altra natura. Mi dispiace che ci si faccia ora della demagogia: la prossima assemblea pubblica potrebbero organizzarla qui, almeno vedranno la struttura». Dino Barbarossa, project manager del consorzio Solco che gestisce il neonato Polo educativo nella struttura comunale di Librinorisponde alle critiche emerse ieri nel corso di un’assemblea pubblica in viale Castagnola, organizzata da Cgil e Comitato Librino attivo. Nel corso della serata, alla presenza anche degli assessori Rosario D’Agata – con delega specifica al quartiere -, e Orazio Licandro, la scelta del consorzio gestito da Barbarossa era stata fortemente criticata da Sara Fagone, responsabile della Camera del lavoro di Librino. «Avremmo voluto una associazione del quartiere a occuparsene», ha affermato Fagone, mentre Alfio Guzzetta, attore e fondatore dell’associazione Terreforti, ha criticato la scelta di «aver affidato a un attore di Roma il laboratorio di teatro sociale».

«Noi abbiamo invitato le associazioni del quartiere ma semplicemente molte di loro hanno detto no. E per quanto riguarda il laboratorio di teatro abbiamo scelto Pascal La Delfa, catanese che vive a Roma, perché fa parte dell’associazione Amici di San Patrignano, con cui abbiamo già collaborato nel centro You and me di via Rametta», spiega Barbarossa. «Noi consideriamo quella di villa Fazio – prosegue Barbarossa – una iniziativa in continuità con quella di via Rametta, perché gli scopi sono simili: mettere la struttura a disposizione di chi voglia fare attività per i giovani», spiega Barbarossa, che è anche presidente della cooperativa Mosaico che gestisce il centro You and me. «In entrambi i casi – prosegue il project manager di Solco – si è trattato di due bandi pubblici vinti, non di una assegnazione: il primo con fondi Pon, scaduti il 31 maggio, quello di villa Fazio con fondi Pisu, europei, che scadranno a fine giugno 2015. Paradossalmente avrebbe potuto vincere una associaizone di Copenaghen, se avesse partecipato al bando. Penso sia meglio che sia un consorzio catanese. Che ha chiamato peraltro tutti operatori residenti a Librino», spiega Barbarossa. Solco resterà comunque «assegnataria della struttura in comodato d’uso fino a fine giugno 2016, e garantiremo l’apertura anche senza fondi. Poi ci vorrà qualcuno che si prenda in carico la struttura, per non farla nuovamente vandalizzare». Barbarossa risponde anche alla richiesta di una casa delle associazioni, emersa ieri. «E’ una bellissima idea, che però non può realizzarsi a villa Fazio perché gli spazi sono insufficienti per tutti», conclude.

All’interno di villa Fazio, restaurata con fondi messi a bando dalla Direzione Servizi Sociali del Comune, le attività però faticano a decollare. «Guardi il generatore di corrente: qui manca la luce perché l’Enel deve ancora risistemare i cavi di rame rubati. Manca anche l’acqua, c’è da fare la manutenzione straordinaria dei campi, e da completare la scerbatura», spiegano gli operatori, presenti comunque all’interno anche di sabato. «Noi siamo qui tutti i gironi, dalla mattina fino alle 8 di sera. E nonostante le difficoltà abbiamo già fatto un calendario di incontri, alcuni dei quali sono già partiti», spiega Dimitri Tosi, coordinatore degli operatori di villa Fazio. All’interno sono già stati avviati «un centro d’ascolto in collaborazione con la fondazione Ebbene, compreso uno specifico per le donne. Facciamo inoltre – prosegue Tosi -, con cadenza quindicinale, due giorni di seguito, gli incontri con La Delfa di teatro. Due volte a settimana l’associazione Catania Ring di boxe fa dei corsi di difesa personale rivolti alle donne, e un giorno a settimana ospitiamo un gruppo di giovani per attività ludiche ed educative», afferma il coordinatore. Che lancia anche un invito: «Le giornate di sabato e domenica sono a disposizione di chiunque voglia fare attività con i giovani: il mio numero di telefono è 3476280380. Possono chiamare per metterci d’accordo», conclude Dimitri Tosi.


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