Ebola, l’allarme degli infermieri siciliani: “Non siamo attrezzati”

ANNUNCI E CONFERENZE STAMPA. MA IL PERSONALE SANITARIO ASPETTA ANCORA MEZZI E FORMAZIONE

Lo abbiamo scritto ieri, ancora una volta: gli ospedali siciliani, nonostante gli annunci e le conferenze stampa, non sono ancora stati preparati ad affrontare eventuali casi di Ebola. Nell’articolo, che potete leggere qui, vi abbiamo parlato delle segnalazioni inquietanti che ci arrivano dagli ospedali: casi sospetti che giungono nei Pronto soccorso con ambulanze ordinarie, senza nessuna precauzione per chi li trasporta e per i medici che li accolgono.

Oggi arriva un’altra conferma. Da parte degli infermieri, che ovviamente, sono in prima linea: “Non siamo attrezzati. Non abbiamo maschere FFP3 (livello massimo contro i virus), tute di sicurezza classe 3, termometri funzionanti a distanza, insomma niente – dice in una nota Calogero Coniglio segretario regionale del CNI-FSI Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti.

Parlando con LinkSicilia il sindacalista  aggiunge: “Dalla Regione abbiamo ricevuto delle linee guida, una sorta di vademecum che però senza attrezzature non serve a niente. Anche le tutte monouso (nella foto di copertina) non sono adatte”.

Non solo: “Per trasportare i casi sospetti, servirebbero ambulanze speciali, non quelle in cui poi vengono messi gli altri malati. E, ancora, – dice Coniglio al nostro giornale- i casi sospetti di Ebola non dovrebbero essere portati negli ospedali, ma in appositi centri o presidi che siano”.

In America e in Spagna molti infermieri si rifiutano di andare a lavorare,  da noi non si è ancora a questo, ma la preoccupazione è forte. Ed aumenta di giorno in giorno, visto che dalla Regione non arriva nulla di concreto.

In Friuli e in Veneto sono state create delle task force speciali per sospetti di Ebola. Vuol dire che c’è del personale, che su base volontaria, ha deciso di dedicarsi a queste evenienze con tutto quello che serve. Da noi, nulla”.

L’allarme degli infermieri è stato raccolto da un gruppo di Senatori che sul caso depositerà un’interrogazione di cui vi daremo presto notizia.

Coniglio, nella sua nota, ricorda anche quanto dichiarato dalla Società italiana dei medici infettivologi:

“Le regioni italiane più esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani. In primis, quindi, la Sicilia”.

“Come sindacato abbiamo lanciato l’allarme già lo scorso agosto. La Regione Sicilia non è pronta ad affrontare questa emergenza. E’ necessario istituire una task force costituita da medici e infermieri pronti, volontariamente, all’emergenza fuori dall’orario di servizio. Il personale ospedaliero medico infermieristico non può lasciare certo gli ospedali. La reperibilità, infatti, tutela il dipendente solo dentro l’ospedale”.

Il sindacalista agginge quindi che “la redazione di ‘Quinta Colonna’ ha accolto il nostro appello. Lo scorso giovedì, la troupe del noto talk show di Mediaset ha trascorso un’intera giornata con noi per documentare l’emergenza che riguarda la Sicilia. La puntata andata in onda lunedì sera 20 ottobre 2014 sera, alle ore 21.15 su Rete 4, è stata registrata durante gli sbarchi ad Augusta e Catania. Un viaggio tra porti, aeroporti e ospedali. 123 immigrati, adulti donne e bambini, al porto di Augusta, portati da un enorme mercantile coreano. Il racconto dei rischi del personale sanitario e delle forze dell’ordine”.

Nel servizio la Fsi-Cni ha denunciato, in buona sostanza, la mancanza, in Sicilia – paradossalmente dove avvengono gli sbarchi di migliaia di immigrati al giorno provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente- di strutture idonee per un’eventuale epidemia.
“Una sola ambulanza della Croce Rossa al Porto,- ribadisce – mancanza di maschere FFP3 (livello massimo contro i virus) e di tute di sicurezza classe 3, termometri funzionanti a distanza assenti negli ospedali. Mancano i centri di isolamento, le sale filtro, ambulanze ad alto bio contenimento, protocolli, linee guida. Non ci sono reparti di malattie infettive ad Augusta.

“Noi infermieri – spiega Coniglio insieme con il dirigente sindacale Fsi-Cni Asp Siracusa Giuseppe Spada – siamo veramente preoccupati, abbiamo bisogno di informazioni, chiarimenti e soprattutto tanta formazione. Non conosciamo segni, sintomi e trattamenti del virus. E soprattutto, a 3 mesi del nostro “allerta ebola” la regione siciliana non ha adottato nessun provvedimento preventivo negli ospedali a tutela di personale e paziente”.

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