Per la Formazione siciliana si chiude una settimana da dimenticare

IN CINQUE GIORNI IL GOVERNO REGIONALE E’ RIUSCITO A COMPLICARSI ULTERIORMENTE LA VITA CON UNA DIRETTIVA SBAGLIATA E CON PROPOSTE ANCORA PIU’ SBALLATE DELLA DIRETTIVA

Salvare Nellina a tutti i costi. È stato questo il leit motiv della settimana politica e parlamentare che si chiude oggi.

Affannosamente il presidente della Regione, Rosario Corcetta, sta provando a correre ai ripari per evitare la votazione rischiosissima, prevista per il prossimo 15 ottobre all’Ars, della mozione di censura con invito a dimettersi indirizzata all’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra.

La settimana che volge al termine, insomma, racconta di un Governatore della Sicilia in grandissima difficoltà e che è stato ‘costretto’ ad assumere direttamente la conduzione della trattativa con i lavoratori della formazione professionale, tentando con annunci shock e atti amministrativi pasticciati di smorzare i toni duri degli scioperanti che hanno contrastato lo stesso sull’onta mediatica.

Nel frattempo il ‘compare di avventure politiche’ del presidente, il senatore Beppe Lumia, tesse silenziosamente la tela nei salotti romani per convincere quelli di Forza Italia a desistere, fare un passo indietro e non votare la mozione di censura.

Pare che un incontro nelle scorse ore ci sia stato tra lo stesso Lumia e il coordinatore degli Azzurri in Sicilia, Vincenzo Gibiino. Pare anche che l’incontro non abbia sortito gli effetti sperati dal tessitore Lumia e che la strada per salvare l’assessore Scilabra sia sempre più in salita.

Nel frattempo a Palermo abbiamo registrato nei giorni scorsi il ripetersi della solita sceneggiata, che ha visto protagonista indiscusso il presidente della Regione.

La conferenza stampa di ieri, come abbiamo riferito in altra parte del giornale, conferma la confusione assoluta sul da farsi. Il presidente Crocetta non ne sta azzeccando una. È stato in silenzio per quasi due anni, limitandosi a picconare il settore con attacchi diretti agli enti formativi ed ai lavoratori, troppi e raccomandati, e tutto d’un tratto lo ritroviamo attorno ad un tavolo alla ricerca di soluzioni per placare l’ira dei lavoratori, nel frattempo incazzatisi e pronti a scender in piazza per avallare la mozione di censura che spedirebbe a casa l’assessore Scilabra.

Non è strana tutta questa sopravvenuta attenzione del presidente Crocetta che sa tanto di puzza di bruciato?

Il Governo regionale è scivolato nel caos non si capisce più cosa persegua: l’agenzia unica dei lavoratori oppure il consorzio tra gli enti? Argomenti diversi tra loro e incompatibili.

L’agenzia unica del personale della Formazione professionale è la richiesta avanzata, sin dall’insediamento del Governo regionale, dagli 8000 lavoratori del settore. In due anni non se ne è fatto nulla. Adesso, d’un tratto, il presidente Crocetta è interessato alla proposta. C’è da crederci? Visti gli impegni non mantenuti finora dal Governatore, beh, fanno bene i lavoratori a restarsene freddi e non farsi assalire dal facile entusiasmo.

Il presidente Crocetta ha tirato fuori l’agenzia unica del personale evitando di addentrarsi nei particolari. Un’operazione difficile, questa: l’agenzia unica ha bisogno di una norma che deve passare al vaglio del Parlamento regionale. La si deve riempire di contenuti, cosa che non è stata fatta.

Allora a cosa serve parlarne? Semplice: a creare condizioni favorevoli per salvare l’assessore Scilabra dalla censura dell’Ars. I lavoratori sono stanchi dei ‘giochini’ che non portano a nulla a difficilmente, questa volta, cederanno di un millimetro la posizione di protesta ad oltranza che hanno sposato.

Veniamo al consorzio tra gli enti. Che razza di proposta è quella del presidente Crocetta?

Il consorzio tra gli enti formativi come risponderebbe al rispetto del principio di concorrenza nella partecipazione ai bandi ed avvisi pubblici? E poi come fa il presidente Crocetta a parlare di consorzio di enti quando gli enti sono ad un passo dalla chiusura per procurato fallimento?

Quali enti dovrebbero costituire questo consorzio? Forse il Governatore è stato mal consigliato.

Forse il presidente Crocetta intendeva riferirsi alla nascita di un soggetto intermedio pubblico che gestisca le risorse pubbliche in un sistema che preveda il convenzionamento con gli enti di formazione che mettono a disposizione il proprio personale, le strutture ed il know-how.

Forse il presidente della Regione ha pensato ad un meccanismo nel quale gli enti formativi fatturano al soggetto intermedio per i servizi resi nel campo della Formazione professionale e delle politiche attive del lavoro. Soggetto intermedio che si curerà di rendicontare all’Unione europea le spese sostenute.

Forse il presidente Crocetta si riferiva ad un sistema in cui i pochi enti formativi rimasti in vita non gestiscono neanche un euro di finanziamento.

Questo meccanismo composto da una pluralità dei soggetti rispecchia fedelmente il principio della libera concorrenza nell’accesso all’utilizzo dei fondi pubblici. Il consorzio degli enti non rispetta il principio della partecipazione diffusa tra soggetti in concorrenza.

Non solo soltanto questi gli argomenti messi in campo nel corso della settimana che volge al termine dal presidente della Regione per salvare l’assessore Scilabra.

Ricordiamo che con la direttiva n.76434 dell’8 ottobre scorso che disciplina l’avvio delle attività formative della terza annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano Giovani, il Governo regionale si è ulteriormente incartato.

L’effetto della direttiva concepita è catastrofico. Questo perché gli enti formativi hanno avviato i licenziamenti di una parte del personale ancora in carica come conseguenza del taglio al parametro di finanziamento che passa dal 129 euro ora/allievo a 117.

La direttiva introduce lo strumento dell’elenco regionale del personale eccedentario da ricollocare con la mobilità orizzontale. Teoricamente gli enti formativi con vuoti in organico dovrebbero assorbire il personale in eccedenza di altri enti.

La reazione degli enti, invece, è stata diversa. Hanno cominciato a licenziare. Basti ricordare i casi di Iripa, Enfap ed Efal regionale, per citarne solo alcuni. E poi ci sono gli enti formativi sottoposti a revoca dell’accreditamento che significa perdita del finanziamento. Efal Messina, Enaip di Ragusa e via dicendo, non potranno avviare le attività della terza annualità. Il personale che fine farà?

L’emorragia aumenta ed il presidente Crocetta continua ad affermare che nessuno perderà il posto di lavoro. Ed allora è bene che il Governatore si renda conto che la frittata è fatta. La direttiva, con l’ulteriore taglio di finanziamento del piano formativo, porta solo scompiglio tra i lavoratori, aumentando la platea dei disoccupati.

Poi c’è il papocchio dell’indennità allievi che il Governo regionale ha soppresso. Nello studio che ha determinato l’Unità di costo standard (Ucs), si specifica bene che non è incentivo a partecipazione, ma costo sostenuto dall’ente per ciascun allievo: quaderni, materiali d’uso, etc.

Dappertutto, nelle altre Regioni d’Italia, se c’è l’incentivo all’allievo per la partecipazione questo è sempre considerato a rendiconto a costo reale, scorporato, quindi un di più.

Nel famoso Allegato D2.2 del Piano operativo nazionale (Pon) Youth Guarantee, preso ad esempio per la determinazione delle Unità dui costo standard per la formazione professionale e che descrive la modalità con cui si è arrivati alla determinazione dell’Ucs per la formazione, si dice: “Il costo totale della sovvenzione e? stato pensato come funzione di due variabili, la durata in ore e la numerosita? dei partecipanti effettivi. L’obiettivo è proprio quello di valorizzare la doppia dimensione del costo orario del processo formativo e del costo marginale legato al numero degli utenti”.

Pertanto, il Pon del Piano nazionale della Garanzia Giovani, riferimento per tutte le Regioni, compreso la Sicilia, ha mirato all’individuazione di due Ucs per tutte le tipologie di formazione: unità di costo standard ora corso e ora allievo.

Il “costo marginale legato al numero degli allievi” non può in nessun caso essere confuso con l’indennità allievi. Si tratta di un costo marginale volto a misurare quanto incide la presenza del singolo corsista in aula in più rispetto a quelli che vengono considerati costi orari fissi, indipendenti dal numero degli allievi presenti (docenti, affitto, luce etc.).

A parte il fatto che la decisione di non prevedere l’indennità allievi nella suddetta Direttiva apre a facili ricorsi, la cosa più grave è che il minor finanziamento determinerà ulteriori più rilevanti esuberi che, come avvenuto per la seconda annualità, non verranno riassorbiti. È facile risparmiare buttando fuori dal mercato migliaia di operatori della formazione professionale.

Inoltre la richiamata direttiva sull’avvio della terza annualità formativa fa espresso riferimento all’accordo del 5 agosto scorso. Accordo che è stato disconosciuto da molti sindacati.

La Cisl Scuola, il sindacato di base Cobas e Gli Irriducibili della Formazione professionale hanno già depositato all’assessorato regionale alla Formazione professionale una nota che spiega i motivi del ritiro della firma apposta lo scorso 5 agosto all’accordo. Una contestazione che mette a rischio l’intero impianto della direttiva.

Per non parlare degli ex sportellisti che attendono risposte concrete che non possono limitarsi a due mesi di lavoro al Ciapi, ultimati i quiz e completata la graduatoria nei prossimi giorni.

Che dire, poi, della filiera dell’Oif? Fermi i primi e terzi anni, gli enti formativi di ispirazione cattolica hanno sospeso le attività, impossibilitati ad andare avanti. Si profilano manifestazioni di protesta nei prossimi giorni con possibili procedure di licenziamento di parte del personale.

Questa volta appare davvero complicato il tentativo del presidente Crocetta e del senatore Lumia di salvare l’assessore Scilabra, destinata con ogni probabilità a fare le valigie.


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