Ormai non e' nemmeno il caso di ricordare che la regione, certi servizi, dovrebbe metterli a bando, come prescrive un'unione europea che in italia funziona a corrente alternata. Ormai, come si dice dalle nostre parti, "un c'e' chiu' nenti 'na 'a casa vacanti". . .
I Cobas vogliono i soldi per la SAS: non hanno ancora capito che Renzi e Crocetta hanno svuotato le ‘casse’ della Regione
ORMAI NON E’ NEMMENO IL CASO DI RICORDARE CHE LA REGIONE, CERTI SERVIZI, DOVREBBE METTERLI A BANDO, COME PRESCRIVE UN’UNIONE EUROPEA CHE IN ITALIA FUNZIONA A CORRENTE ALTERNATA. ORMAI, COME SI DICE DALLE NOSTRE PARTI, “UN C’E’ CHIU’ NENTI ‘NA ‘A CASA VACANTI”…
Continuiamo a leggere con stupore i comunicati di organizzazioni sindacali che chiedono soldi – leggere stipendi – per i dipendenti di questa o quella società regionale. E’ il caso dei nostri amici che danno vita ai Cobas della Regione siciliana, che chiedono risorse per la SAS, Società Ausiliari Sicilia, società regionale che lavora con le commesse che la Regione, in un Paese normale, dovrebbe mettere a bando per le imprese private invece di assegnarle a se stessa.
Ma ormai – ed è quello che molti ancora non hanno capito – siamo al di là di questa polemica. Ragazzi, i soldi della regione sono finiti. Il Governo Renzi, quest’anno, ha svuotato le già magre ‘casse’ della Regione, prendendosi, con l’avallo del Governo regionale dio Rosario Crocetta, un miliardo e 150 milioni di euro. Più 200 milioni di euro per la sceneggiata degli 80 euro.
I soldi sono finiti, cari amici Cobas: altro che SAS: qui, il prossimo anno, se Renzi si prende altri soldi dal Bilancio regionale 2015 non si potranno pagare nemmeno gli stipendi dei dipendenti regionali.
Detto questo, qui c’è il comunicato dei Cobas:
“Domani mattina, 2 ottobre 2014, si svolgerà davanti l’assessorato regionale all’Economia, a Palermo, un sit-in di tutti i lavoratori in servizio presso la società a partecipazione regionale SAS (Servizi ausiliari Sicilia) che garantisce servizi nelle Asp, nell’ambito dei beni culturali e in tutti i dipartimenti della Regione e che, attualmente, occupa duemila lavoratori di cui 270 a tempo parziale e che attendono, da circa dieci anni, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno, lingresso, a pieno titolo, di altri 170 lavoratori in seguito a procedure giudiziarie in corso e che stanno vedendo soccombere la Società in tutti i gradi di giudizio”.
“Al centro della vertenza: la richiesta di garantire il regolare pagamento dello stipendio e dei salari accessori a tutti i lavoratori, la piena applicazione dei contratti di lavoro, la trasformazione dei contratti da part-time a tempo pieno, la definizione dei contratti di servizio tra la Società e gli enti committenti, la detassazione del salario accessorio prevista dalla normativa nazionale vigente in materia fiscale”.
Durante la giornata di domani 2 ottobre verranno garantiti esclusivamente i servizi essenziali nell’ambito della sanità e della vigilanza.
“Il Sindacato Cobas/Codir – dichiara Michele D’Amico, segretario regionale del terziario Cobas/Codir, prima organizzazione dei lavoratori in servizio presso la Società – ha, già da tempo, fornito la soluzione per definire questa vertenza, ma l’inadeguatezza della politica regionale non ha consentito di definire percorsi e processi che avrebbero evitato l’insorgere di questa vertenza nella drammaticità con cui si presenta oggi”.
“Infatti – prosegue D’Amico – la proposta del sindacato prevede l’utilizzo di strumenti di fuoriuscita del personale più anziano (circa 200 dipendenti con più di 40 anni di servizio) senza alcun pregiudizio per i lavoratori attraverso l’applicazione del Decreto Renzi (art 1 D.L. 24.6.14, n° 90) che alleggerirebbe le casse della Società, garantendo una amministrazione in bonis.
“Auspichiamo a questo punto – conclude D’Amico – che chi ci amministra possa avere la lungimiranza di governare i processi proiettando la SAS verso un futuro diverso e più sereno per i lavoratori societari”.