Emergenza acqua e rifiuti: Comuni abbandonati. Ma il Governo regionale dov’è?

STAMATTINA IN CONTRO A PALERMO PROMOSSO DA UN FOLTO GRUPPO DI SINDACI. L’ATTACCO DI LEOLUCA ORLANDO ALLA REGIONE

“Io non cambio la Giunta”. “Io vado per la mia strada”. “Squadra che vince non si tocca”.

Sono alcune delle affermazioni che ormai da settimane il presidente della Regione, Rosario Crocetta, pronuncia a piè sospinto per rispondere agli attacchi che gli arrivano dalle opposizioni di centrodestra e anche dal PD siciliano, altro partito passato ormai all’opposizione.

Il guaio è che, mentre Crocetta parla, il suo Governo non governa.

Un’ulteriore prova del totale scollamento tra l’attuale Governo della Regione e la realtà – in questo caso parliamo della realtà dei Comuni – la si toccata con mano stamattina, a Palermo, nei saloni di palazzo Galletti, nel corso di un incontro al quale erano presenti i rappresentanti di 54 Sindaci dell’Area Vasta della Sicilia Occidentale.

Si tratta dei Comuni che aderiscono al cosiddetto Patto di Ventimiglia. L’occasione per fare il punto della situazione nella provincia di Palermo dove, in materia di acqua e di rifiuti, la confusione regna sovrana.

Per l’acqua, in realtà, il caos riguarda 52 Comuni che pagano lo scotto del fallimento di Acque Potabili Siciliane (APS). Si tratta della società che, fino a pochi mesi fa, ha gestito il servizio idrico in questi Comuni.

Dal fallimento di questa società ad oggi, come abbiamo raccontato ieri sera (l’articolo lo trovate ancora in pagina) la confusione è totale. Il servizio è stato assicurato dagli oltre 200 dipendenti della società fallita. Ma nessuno li ha pagati. Ora si sono stancati e c’ il rischio che 52 Comuni restino a secco, a meno che non trovino alternative.

Più complessa la situazione del servizio idrico nel Palermitano, che era stato affidato alla ditta siracusana Onda Energia, che poi, però, ha rinunciato all’appalto. “Non mi era mai successo, nella mia esperienza di amministratore, di vedere un’azienda che vince una gara e poi scappa – ha detto il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che è anche presidente dell’Anci Sicilia -. Una fuga a gambe levate dopo aver verificato le grandi difficoltà legate alle storture del sistema”.

Orlando fa riferimento ad Onda Energia, una società siracusana che si era fatta avanti per gestire il servizio idrico in 52 Comuni del Palermitano, ma che poi si è tirata indietro.

 

“L’acqua – ha aggiunto il Sindaco di palermo e presidente dell’Anci Sicilia – non è un bene, è un diritto e questo diritto non si può affidare ai privati. Per questo al Consiglio comunale di Palermo c’è un ordine del giorno pronto a trasformare l’Amap da Spa ad azienda speciale”.

Resta da capire chi deve tirare fuori i soldi. Con riferimento, soprattutto, agli oltre 200 dipendenti ex APS. Li assumerà l’Amap, cioè l’azienda partecipata dal Comune di Palermo?

Non va meglio per la gestione dei rifiuti. La gestione, dopo il commissariamento degli Ato rifiuti dovrebbe passare alle Srr, Società di regolamentazione dei rifiuti. Ma anche su questo punto lo scenario è confuso ed incerto. Anche perché, come avvenuto per le società che hanno gestito il servizio idrico, oggi fallite, anche nei rifiuti ci sono altri assunti che dovrebbero essere presi in carico non si capisce da chi.

“Il 31 ottobre – ha detto Orlando – scadrà la proroga concessa dal Prefetto su indicazione dell’Ato per l’assegnazione del servizio. Questo significa che, dal primo novembre, i Comuni siciliani non saranno più responsabili di eventuali reati ambientali. Di tali reati risponderà l’assessore regionale ai rifiuti”.

Insomma, la patata bollente passa nelle mani dell’assessore Salvatore Calleri, che, com’è noto, ha preso il posto dell’ex assessore Nicolò Marino. Calleri, in verità, sembra più confuso che persuaso. E, forse, anche per questo Orlando, oggi, l’ha ‘strapazzato’ un po’: “Non ci stiamo occupando di un problema dei Comuni – ha detto il presidnete di Anci Sicilia – ma della futura responsabilità penale dell’assessore regionale”.

Non sono mancate, stamattina, le lamentele per una Sicilia che, nel 2014 è ancora schiava di quella che il professore Aurelio Angelini, uno dei massimi esperti, in Sicilia, in questo settore, definisce “la dittatura delle discariche”.

Di recente, in una seduta all’Ars, l’assessore Calleri si è cimentato in un ‘brillante ossimoro’: ha detto che la Sicilia punta alla raccolta differenziata, ma lui intanto ha autorizzato l’apertura di altre discariche.

Quello delle discariche è uno scandalo di regime e, forse, di mafia. Stamattina è stato più volte ribadito che, nella nostra Isola, l’unica grande discarica pubblica è quella di Bellolampo, a Palermo. mentre tutte le altre grandi discariche sono private.

Non solo. Molti Comuni siciliani spendono un sacco di soldi per trasferire i rifiuti a centinaia di chilometri di distanza. Costretti a farlo da una situazione di fatto che non viene governata – ovviamente dal Governo regionale che non governa – finendo per favorire i soliti privati.

Basti pensare alle denunce del Sindaco di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, Pasquale Amato, minacciato perché si rifiuta di avallare questo sistema folle.

Per non parlare della raccolta differenziata. Eclatante – anche se mai sanzionato da alcuna autorità – quanto avvenuto in provincia di Agrigento dai primi anni del 2000 ad oggi. Dove la raccolta differenziata dei rifiuti aveva raggiunto livelli ragguardevoli. Ma, per scelte politiche, si è fatto in modo – incredibilmente! – di farla regredire per favorire, alla fine, i signori delle discariche.

Non va meglio a Palermo. Dove, sulla carta, la raccolta differenziata dovrebbe riguardare circa 120 mila cittadini. Ma dove non esistono isole ecologiche.

All’incontro di stamattina era presenta anche il Sindaco di Bagheria, provincia di Palermo, altro primo cittadini minacciato perché ha messo in discussione lo strapotere dei ‘Signori delle discariche’.

“Il Governo regionale e il presidente della Regione ci hanno deluso – ha affermato Patrizio Cinque – e, se proprio la devo dire tutta, sono parte del problema sia per ciò che riguarda la gestione dell’acqua, sia per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti”.

Il Sindaco di Bagheria ha detto anche di doversi occupare di problemi di ordine pubblico: “Ho dovuto costituire una task force per la sicurezza insieme al Prefetto. Gli impianti sono vecchi e in alcune zone della città l’acqua arriva solo grazie al servizio assicurato dalle autobotti. Il risultato è che alcune famiglie sono a secco da quattro o cinque giorni”.

Lamentele anche per la legge di riforma delle Province e delle tre improbabili Aree- Citta metropolitane di Palermo, Catania e Messina.

Orlando ha detto che in Italia è ormai in vigore la riforma DelRio. Mentre in Sicilia si attende la seconda parte di una riforma che non arriverà.

Ma anche se dovesse arrivare, non se ne farebbe nulla. Perché i Comuni siciliani non ne vogliono sentire di Consorzi di Comuni imposti dall’alto. E non gradiscono tre Aree-Citta metropolitane nate con l’unico scopo di salvare i bilanci di Palermo, Catania e Messina.


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