Cracolici (PD): “Crocetta si tenga le poltrone”. Cascio (NCD):”Si torni al voto”

“O c’è una svolta radicale o ci fermiamo qui. Le poltrone Crocetta se li tenga, cuperliani o non cuperliani. Noi lavoriamo per cambiare le cose. Ci convinca Crocetta e siamo pronti a farci convincere”.

Lo ha detto intervenendo in Aula, all’Ars il deputato del PD, Antonello Cracolici (in allegato gli altri articoli sul tema).

“Io nel baratro non ci finisco, non mi suicido”, ha affermato Cracolici ricordando il flop day, la fuga dei dirigenti dagli assessorati come all’Economia, lo scivolone dell’ex assessore Sgarlata sulla piscina, lo stallo di alcune riforme come quella sulla gestione dei rifiuti.

“Più di Crocetta amo la Sicilia”, ha chiosato l’esponente del PD.

“Mai uno staff è stato così precario come quello del Governo Crocetta – ha affermato Cracolici – fino ad oggi ha nominato 21 assessori, un Governo all’anno; con cinque persone che si sono succedute a capo del gabinetto del presidente. La verità è che fin dall’inizio c’era un malessere e si è pensato di risolverlo col Crocetta-bis, ma in realtà il caos si è aggravato”.

“Abbiamo cercato di aprire gli occhi a quella gabbia dorata che è diventato Palazzo d’Orleans, dove si racconta una Sicilia che non c’è, di grandi consensi, di gente che chiede autografi. Siamo in mano ai racconti dei ‘bravi’ di manzoniana memoria”.

Anche l’intervento del capogruppo del Nuovo centrodestra democratico (Ndc), Francesco Cascio, non risparmia critiche: “L’ennesimo discorso in cui si richiamano confusamente tutta una serie di considerazioni a suo dire suscettive di profili di illegalità su cui ancora una volta, però, il Presidente Crocetta tira la pietra e poi nasconde la mano, sparando nel mucchio e ingenerando un clima di sospetti non meglio precisati”.

“Parole tante e fatti pochi – prosegue Cascio – sui manager, sui sindaci e così via su tutto”.

“Dichiarazioni quelle di Crocetta – sottolinea Cascio – caratterizzate per l’ennesima volta da confusione e improvvisazione, in cui, soprattutto, il presidente evidenzia nelle sue stesse parole l’irrimediabile frattura con la maggioranza che avrebbe dovuto sostenerlo e rispetto alla quale le diatribe fratricide impantano ormai chiaramente la sua azione di governo, che appare, quindi, irrimediabilmente compromessa”.

“In questo clima – conclude il capogruppo Ncd – appare più opportuno che Crocetta prenda atto del fallimento del suo esecutivo. Si faccia quindi l’importante riforma della legge elettorale, in quanto condizione necessaria per rendere operativa la riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura, e subito dopo si vada alle urne, restituendo la parola al popolo”.

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