Seconda giornata

Venerdì 12

 

Geopolitica della questione mediterranea: implicazioni sociali, economiche e giuridiche. Questo è il titolo della seconda giornata del convegno internazionale “Il Mediterraneo e l’Europa tra passato e futuro” svoltosi l’11-12-13 novembre presso l’Auditoriun del Monastero dei Benedettini di Catania ed organizzato dal Centro Universitario di Catania Fernand Braudel con il patrocinio dell’Unione Europea, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Regione Sicilia, La Provincia Regionale di Catania, il Comune di Catania tramite l’Assessorato alla Prmozione Sociale e l’Università degli Studi di Catania.

In un’aula pressoché piena, il seminario è stato presieduto da Rosario Sapienza, Direttore del Seminario Giuridico dell’Università di Catania che, scusandosi dell’assenza di Bruno Amoroso del Centro Federico Caffé dell’Università di Roskilde e di Tonino Perna, Presidente del Parco dell’Aspromonte, ha iniziato l’incontro dando la parola all’assessore provinciale alla cultura Gesualdo Campo.

Valorizzazione delle relazioni internazionali e culturali, conquista di un protagonismo politico e culturale della Città di Catania e la situazione critica dei musei catanesi sono stati gli argomenti toccati dall’assessore portando, inoltre, l’attenzione sulle attività promozionali della Provincia Regionale di Catania quali la ricostruzione barocca e le iniziative svolte all’interno del complesso fieristico “Le Ciminiere”.

A termine dell’intervento, il microfono è passato a Bent Greeve, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Roskilde il quale si è soffermato sulle dinamiche di sviluppo del Nord Europa centrate sulla collaborazione tra ricercatori, studenti e docenti universitari. Una sfida che bisognerà affrontare nei prossimi 4 anni sarà quella della globalizzazione, ha spiegato Greeve, a fronte di un mercato sociale europeo con non poche problematiche relative all’occupazione. Tutto ciò, concludendo il suo intervento, nell’ottica di un’unica, solida e futura economia europea.

Dopo Greeve, è stata la volta di Ugo Leone dell’Università di Napoli con la relazione dal titolo “Ambiente e sostenibilità nell’area mediterranea”. Citando diversi viaggiatori, scrittori ed altri intellettuali, il centro della discussione è stato lo sviluppo sostenibile ed il rapporto che c’è tra sostenibilità ed ambiente.

I cambiamenti portati dallo sviluppo moderno, spiega Leone, hanno creato un’insostenibilità ed una incompatibilità a livello planetario che portano ad una disuguaglianza di sviluppo nel mondo. Il Mediterraneo può trarre un vantaggio competitivo, continuando nella sua relazione, dalla realtà naturale creata dai suoi abitanti.

L’intervento si conclude con la proposta di un’integrazione ambientale da valorizzare in modo moderno anche con un’apertura verso i Paesi dell’Atlantico ed oltre Atlantico.

Vincenzo Fazio, docente della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Palermo, è stato il terzo relatore con “Prospettive di integrazione economica e finanziaria”.

La riflessione è stata puntata sul conflitto in Iraq e le conseguenze nel Mediterraneo ed i suoi Paesi. Conseguenze di tipo economiche e di ordine sociale a causa del terrorismo degli ultimi anni. In seguito si è passati ad analizzare la politica mediterranea svolta dall’Unione Europea portando i vari paesi mediterranei più in difficoltà verso uno sviluppo legato alla privatizzazione anche se dall’analisi dei redditi pro-capite annui risultano ancora diverse disparità avendo citato il caso dell’Egitto come paese più svantaggiato ed Israele e l’Italia tra i più ricchi.

Una proposta, in conclusione di intervento, è stata quella dell’attuazione di un “prestito per la dignità umana” cioè di investimenti anche privati a lungo termine, come dice Fazio, che portino ad un riequilibrio economico, sociale e politico evitando terrorismo e guerre civili nei paesi colpiti dalla povertà più profonda.

Prima del dibattito di chiusura del seminario, gli ultimi due interventi sono stati quelli di Lorenzo Barbera, Presidente del CRESM (Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione) con tema “Quale sviluppo locale per il Mediterraneo?”, il quale ha spiegato il significato di “Sviluppo Locale Integrato Sostenibile”, cioè quella crescita qualitativa degli abitanti di un’area in sinergia tra i vari settori di lavoro nel rispetto dell’ambiente, con un programma economico stabilito ed una crescita sociale ed etico-politica rivolta al miglioramento delle popolazioni; mentre Ivano Spano dell’Università di Padova con la relazione dal nome “La costruzione sociale del territorio” ha ripreso il concetto metaforico di Mediterraneo come incrocio di culture e continenti, di un Mediterraneo rivolto verso l’Atlantico e funzionale ad esso ed ai paesi che ve ne fanno parte creando una forma di dipendenza dei paesi mediterranei verso essi.

Inoltre, sono stati evidenziati due orientamenti di sviluppo economico all’interno dell’area mediterranea: il primo riguarda la creazione di nuove aree economiche e di processi distributivi, il secondo nella creazione di un sistema policentrico di sviluppo. Tutto ciò in considerazione delle teorie postmoderniste che danno nuove vie di sviluppo ma soffocano le identità dei singoli popoli. Infatti, afferma Italo Spano, gli Stati Uniti d’America hanno bypassato il Mediterraneo concentrandosi sul Medio Oriente in base a questioni di ordine economico per quanto riguarda i pozzi petroliferi e politico-militare soprattutto dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001.


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