Intervista a Salvatore Iacolino: “Renzi e Crocetta sono due calamità politiche”

PARLA IL CANDIDATO DI FORZA ITALIA ALLE ELEZIONI EUROPEE NEL COLLEGIO SICILIA-SARDEGNA

Dopo lo “strappo” tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano non ha avuto alcun dubbio a scegliere Forza Italia. E con Forza Italia, Salvatore Iacolino è ricandidato al Parlamento europeo. All’appuntamento elettorale del 25 maggio mancano poco più di due settimane: giorni intensi per l’eurodeputato azzurro, che sta compiendo la manovra di avvicinamento al voto girando in lungo e in largo per la Sicilia , senza lesinare qualche “puntatina” in Sardegna.

Le elezioni europee rappresentano il primo test per valutare i rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra, ma saranno anche una sfida interna al centrodestra tra Forza Italia e Nuovo centrodestra democratico. Come crede risponderanno gli elettori siciliani?

“La nostra è stata una terra sempre generosa con il centrodestra a guida Berlusconi. E credo che continuerà ad esserlo. La possibilità di esprimere la preferenza sulla scheda consentirà veramente agli elettori di far valere la propria opinione, dopo anni in cui le scelte sono state imposte dalle segreterie dei partiti. Per i candidati l’opportunità di misurarsi con il territorio e di raccogliere consensi”.

I temi delle prossime europee riguardano da vicino l’Isola: immigrazione infrastrutture, fondi strutturali 2014-2020, difesa e rilancio della nostra economia …

“L’Europa è più vicina di quanto solitamente si crede, anche se la tecnocrazia ha reso difficile la vita ai cittadini. In quest’ultimo quinquennio sono tante le cose che abbiamo fatto per l’agricoltura, la pesca, le piccole e medie imprese, i diritti fondamentali, la lotta al crimine organizzato, le infrastrutture. A tal proposito, nella legislatura che si avvia a conclusione, è stato deciso il cofinanziamento dell’interporto di Termini Imerese e dell’anello ferroviario di Palermo. Finanziato anche il porto di Augusta. Adesso serve una marcia in più per continuare questo lavoro. La Sicilia stavolta non può farsi scappare il treno della Programmazione europea 2014-2020. Si tratta di risorse economiche fondamentali per lo sviluppo della nostra economia e in generale creare nuova occupazione per giovani e meno giovani. Mi preme sottolineare anche il lavoro fatto nel contrasto alla corruzione e al riciclaggio e l’apporto che, in questo versante, potrebbe dare la costituenda Procura europea, di cui sono stato il relatore al Parlamento europeo”.

Oggi c’è il grande tema dell’immigrazione. Alla luce, anche, della nuova ecatombe. 

“Sull’immigrazione, la nostra posizione è chiara: i profughi in cerca di protezione vanno tutelati; mentre i migranti economici vanno rimpatriati, nel rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona. L’Europa finora ha lasciato la gestione dell’emergenza sulle spalle della Sicilia e dell’Italia: l’operazione ‘Mare Nostrum’ richiede una reale condivisione delle responsabilità e degli oneri fra gli Stati membri dell’Ue; così come la revisione del regolamento di Dublino, che ‘intrappola’ in Italia anche chi vorrebbe andare nel Nord Europa. Su questo fronte il Governo italiano, e in particolare il ministero dell’Interno, continuano con il loro assordante silenzio. L’esecutivo nazionale dovrebbe invece chiedere al Consiglio e alla Commissione europea l’immediata attuazione della risoluzione votata dal Parlamento europeo lo scorso 23 ottobre, della quale sono stato relatore, per garantire un vero e proprio approccio comune all’emergenza immigrazione. Bisogna inoltre arginare i ‘viaggi della speranza’, per evitare che si ripetano tragedie come quella di Lampedusa, stringendo accordi con i Paesi terzi come ha fatto in passato il governo Berlusconi”.

Forza Italia è all’opposizione sia del Governo Renzi sia del Governo Crocetta. Qual è il giudizio sull’operato dell’esecutivo centrale e di quello regionale?

“Negativo per Renzi; pessimo, anzi un disastro, per Crocetta. A Roma, Renzi è diventato presidente del Consiglio senza passare dal voto degli italiani. Il che, di per sé, sa molto di Prima Repubblica. I primi provvedimenti del suo Governo inoltre, su tutti il decreto Irpef, appaiono come una regalia in vista delle elezioni. Con l’inganno, però, visto che gli 80 euro che il Governo dà agli italiani li riprende con le imposte sulla casa, il rincaro delle bollette, minori risorse per l’agricoltura, gli interessi dei risparmi a chi ha un conto in banca. Per i siciliani l’inganno è doppio: a causa del decreto Irpef, infatti, il Governo centrale ha tagliato 200 milioni di euro alla Regione”.

E Crocetta?

“Quella di Crocetta è una finta rivoluzione. La Regione siciliana è alla canna del gas. Il mutuo che il Governo regionale ha stipulato rischia di condannare la nostra Isola ad una prolungata agonia economica ed a pregiudicare il futuro dei giovani. Già oggi la crisi è evidente: dopo il 30 giugno non vi è certezza di pagamento degli stipendi di dipendenti diretti e delle partecipate, c’è un malcontento diffuso in tutte le categorie produttive. Per non parlare delle presunte riforme: la formazione professionale è in subbuglio, i lavoratori non vengono pagati e i corsi sono in grave ritardo; l’abolizione delle Province è stata mostruosità. Contro i Comuni è in atto un vero e proprio accanimento; mentre con la cosiddetta manovrina verranno sacrificati importanti istituti, come l’Ersu e le Università. Peggio di così non si poteva fare”.

Quale potrebbe essere la via d’uscita?

“Di fronte a questo sfascio, le elezioni sono il male minore. Bisogna liberare la Sicilia da un centrosinistra litigioso e incapace. E la ‘scossa’ potrebbe arrivare già in queste elezioni europee, dove i siciliani possono lanciare un segnale forte di discontinuità rispetto a Crocetta e alla coalizione di centrosinistra che lo sostiene”.


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