Prima di andare via, il titolare dell'energia ha lanciato un 'siluro' che potrebbe avere effetti imprevedibili. Il pm della trattativa tra stato e mafia farebbe bene a tenersi lontano un miglio da questa bruttissima storia
Perché Ingroia sbaglia a mettere la propria faccia per sostituire l’assessore Nicolò Marino
PRIMA DI ANDARE VIA, IL TITOLARE DELL’ENERGIA HA LANCIATO UN ‘SILURO’ CHE POTREBBE AVERE EFFETTI IMPREVEDIBILI. IL PM DELLA TRATTATIVA TRA STATO E MAFIA FAREBBE BENE A TENERSI LONTANO UN MIGLIO DA QUESTA BRUTTISSIMA STORIA
Un conto è andare a ricoprire l’incarico di commissario straordinario alla Provincia di Trapani, o andare a mettere ordine in Sicilia E-Servizi, altra e ben diversa cosa è andare a sostituire l’assessore Nicolò Marino. Forse Antonio Ingroia farebbe bene a riflettere. Forse farebbe bene a ‘leggere’ attentamente quello che sta succedendo in queste ore.
E’ inutile che ci prendiamo in giro: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sta mettendo fuori dalla Giunta l’assessore all’Energia, Nicolò Marino. Si tratta dell’assessore che, nei mesi scorsi, ha duramente polemizzato con il vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro.
Ora, se è vero che Confindustria Sicilia è sponsor del Governo Crocetta, non è difficile collegare il ‘siluramento’ dell’assessore Marino anche con i contrasti che hanno visto contrapposto lo stesso Marino con il vice presidente di Confindustria Sicilia. E con gli interessi che quest’ultimo rappresenta nel mondo dei rifiuti: guarda caso, la branca dell’Amministrazione regionale della quale si è occupato proprio Marino. Argomento – i rifiuti – che è stato al centro degli scontri tra l’assessore marino e il vice presidente di Confindustria Sicilia.
Anche l’atto di citazione verso le Associazioni temporanee di imprese coinvolte nella tormentata storia dei quattro termovalorizzatori che avrebbero dovuto essere realizzati in Sicilia non è certo estraneo alle tensioni dell’attuale momento politico. E’ evidente che, prima di lasciare l’assessorato, Marino ha lanciato un ‘siluro’, pesantissimo, alla politica e non soltanto alla politica.
Come scriviamo in altra parte del giornale, il Tar Sicilia, in una sentenza, ha espresso un giudizio durissimo sulla gara d’appalto per i quattro termovalorizzatori poi abortiti. I giudici amministrativi hanno tirato pesantemente in ballo le imprese.
La novità è che un assessore regionale – che nella vita fa il magistrato – ha citato le imprese che hanno vinto la ‘famigerata’ gara d’appalto per i quattro altrettanto ‘famigerati’ termovalorizzatori. Se ha fatto quello che ha fatto, è chiaro che, sotto il profilo tecnico-giuridico, l’assessore Marino sa il fatto suo.
A noi, però, i conti non tornano: se c’è un fatto così grave – e l’atto di citazione promosso dall’assessore Marino, che nasce da una sentenza del Tar Sicilia, ne è palmare testimonianza – che cosa farà, adesso, la magistratura penale?
Domanda che fa nascere un’altra domanda che ci poniamo e poniamo da giornalisti: un fatto così grave, con una pesante sentenza del Tar e con un pesantissimo atto di citazione, può non avere risvolti penali?
Il dottore Ingroia ha capito o no dove il presidente Crocetta vorrebbe andarlo a ‘depositare’?
Ora – a parte le polemiche e i “no” alla sua presenza in Giunta espressi da PD e Udc che Ingroia farebbe bene a non sottovalutare – può una persona come Ingroia partecipare a una riunione della Lista Tsipras e, il giorno dopo, andare a braccetto con Crocetta e Lumia? Infilandosi, per giunta, in una bruttissima storia come quella dei termovalorizzatori?
Termovalorizzatori, l’assessore Marino chiede i danni alle imprese. E l’Irsap reagisce…